La popolazione del Brasile conta più di 200 milioni di persone, e quasi la metà di queste, per la precisione 90 milioni, sono regolari compratori virtuali ovvero spesso si danno allo shopping on-line.
Non c’è da stupirsi dunque del boom dell’e-commerce brasiliano che si è conquistato il quinto posto nel mondo attirando importanti investimenti come quello del magnate Charles Coleman. Proprietario dell’hedge fund Tiger Global Management LLC, Coleman ha investito 500 milioni di dollari nella società brasiliana B2W, il più grande portale di e-commerce in America Latina. Una scommessa basata sulla previsione di una crescita della B2W del 18% annuo, nonostante nell’ultimo anno abbia perso 4 punti a causa della feroce competizione, ma Coleman ha una comprovata esperienza, più che positiva, in investimenti nel settore non solo in Brasile ma anche in Cina.
Secondo uno studio della rivista economica América Economia, il Brasile rappresenta quasi il 60% del mercato dell’e-commerce dell’America Latina, con una spesa complessiva nel 2011 di 21 miliardi di dollari e chiudendo il 2012 con una crescita del 29%. Dati importanti confermati dallo studio del Brazilian business magazine che prevede per il 2016 un avanzamento nel settore al quarto posto davanti alla Germania e superato solo da Stati Uniti, Cina e Giappone.
Tutti conosciamo il Brasile come uno dei leader dei paesi emergenti tanto che nel 2011 divenne la sesta economia mondiale superando in termini di PIL la Gran Bretagna. Ma ad oggi, la situazione è cambiata e non di certo in positivo.
Si parla spesso infatti, della brusca frenata dell’economia brasiliana la cui moneta negli ultimi tre anni ha perso il 30% costringendo nel Luglio scorso, la banca centrale ad aumentare i tassi di interesse fino all’8,5%. Tuttavia non è solo una questione monetaria. Il crollo del prezzo delle materie prime, motore del boom economico, è crollato drasticamente e contestualmente la mancata modernizzazione dell’industria hanno portato nel 2012 una crescita solo dello 0,9%. E ancora, pesa il deficit commerciale: a Giugno 2013 ammontava a 72 miliardi di dollari, il 3,2% del PIL quando un anno prima il debito ammontava al 2,4%. Sono segnali di certo preoccupanti come ha sottolineato l’analista di Moody’s Falck Frey: «La domanda sta peggiorando a causa dell’aumento dei tassi di interesse, dell’inflazione e del debito delle famiglie». Frey si è anche espresso riguardo agli investimenti FIAT nel paese, ingenti e profittevoli poiché la FIAT è riuscita a compensare le perdite europee proprio grazie al mercato brasiliano; ma come dichiara l’analista: «La crescita dell’offerta nei prossimi 2 -3 anni è destinata a superare la domanda con un probabile impatto sui profitti».
Gli investitori tremano e la popolazione non ci sta, come dimostrano le manifestazioni del giugno scorso durante l’evento sportivo della Confederations Cup. La popolazione si unì in una dura protesta a causa degli inadeguati servizi pubblici a fronte invece di tasse sempre più elevate, ma esprimevano anche il dissenso verso la corruzione dilagante e la preoccupazione per l’inflazione in crescita.
La presidente Dilma Rousseff ha dunque molto di cui occuparsi: se non riuscirà a invertire l’andamento dell’economia, le elezioni del prossimo autunno, dove correrà per il secondo mandato, si preannunciano disastrose. Vedremo poi, se l’e-commerce si dimostrerà un’ancora di salvezza in una situazione economica così incerta.