Spionaggio Usa al Brasile: cala il gelo tra i due Paesi



Le prime voci si sono sparse lo scorso luglio quando il canale televisivo Globo diffuse la notizia che anche il Brasile era nel mirino dello spionaggio americano tramite la NSA ai danni di agenzie, aziende e privati cittadini. Seguì un incontro tra il ministro della Giustizia brasiliano Cardozo e il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden che si risolse con un nulla di fatto. Ma quando due mesi dopo le voci diventano fatti e quando si aggiungono dettagli ancora più lesivi la tensione va alle stelle. A settembre si scopre che la NSA aveva monitorato le telefonate, le e-mail e gli sms della presidente Dilma Rousseff e dei suoi stretti collaboratori ma lo spionaggio aveva colpito anche l’azienda di proprietà statale Petrobas, la più grande compagnia brasiliana. La Presidente ha annullato immediatamente il viaggio programmato da mesi negli USA. Le reazioni degli altri membri del governo sono state implacabili. Il ministro degli Esteri Figueiredo aveva dichiarato: “Parleremo con i nostri partner, anche quelli emergenti come gli altri paesi BRIC, perché è una questione che riguarda tutti ed ha effetti su tutti”. Il ministro aveva anche dichiarato la necessità di elaborare delle norme internazionali proprio per impedire lo spionaggio non solo di comunicazioni governative ma anche di quelle dei privati cittadini: “Vogliamo un accordo che regoli l’uso di internet, non per limitare i diritti ma per proteggerli. Vogliamo che ci sia una vera libertà così che aziende, cittadini e governi non siano più vittime di queste violazioni”, ha detto Figueiredo. Non a caso già a Novembre, in tempi record, Brasile e Germania hanno congiuntamente redatto la risoluzione “diritto alla privacy”, subito approvata dall’ONU.
Sono passati sei mesi e due settimane fa è stato organizzato un incontro bilaterale per superare l’impasse. Il ministro degli Esteri brasiliano ha incontrato a Washington Susan Rice, Consigliere Usa per la sicurezza nazionale. Ma l’incontro non ha di certo avuto successo. Secondo il governo brasiliano, gli USA non hanno dato risposte soddisfacenti riguardo all’accaduto e una soluzione permanente è ben lontana dal prodursi, come ha riferito Figueiredo.
Il governo brasiliano ha assicurato che il dialogo tra i due paesi continuerà nei prossimi mesi, dimostrando come il Brasile non ha intenzione di lasciar perdere né di accettare le vaghe spiegazioni americane, lasciando gli Stati Uniti all’angolo.

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