Sudafrica. Il lungo addio a Nelson Mandela


“Il Sudafrica ha perso il suo più grande figlio. La sua umiltà, la sua compassione e la sua umanità gli hanno fatto guadagnare il nostro rispetto”.
In un messaggio televisivo Jacob Zuma, presidente del Sudafrica, ha annunciato la morte di Nelson Mandela, primo presidente sudafricano a essere eletto dopo la fine dell’apartheid, insignito, tra le tante onorificenze, del premio Nobel per la pace, della Presidential Medal of Freedom Usa, dell’Ordine di Lenin e del Premio Lenin per la Pace.
Nelson Mandela ha guidato il Sudafrica dal giogo dell'apartheid alla democrazia multirazziale basata sullo Stato di diritto e come icona di pace e di riconciliazione tra le razze ha incarnato la lotta per la giustizia in tutto il mondo. Grazie a lui e al suo avversario diventato partner per il Premio Nobel per la Pace, Frederick De Klerk, lo smantellamento dell'apartheid e la riconciliazione dei sudafricani di tutte le razze sono stati il culmine della lunga lotta dei neri per la loro emancipazione. Il suo messaggio è universale e unanime è il tributo riservato al Sudafrica per la perdita del suo “padre della patria”.
I 27 anni trascorsi nella prigioni di Robben Island, di Pollsmoor e Victor Verster lo hanno reso il più celebre prigioniero politico del mondo e un leader quasi mitico per milioni di sudafricani neri e milioni di persone oppresse oltre i confini del paese.
Discendente di una famiglia reale, il suo bisnonno, Sua Maestà Ngubengcuka, era il re del popolo Thembu prima della conquista coloniale britannica, Mandela ha saputo unificare un paese che però ancora oggi è alle prese con violenze, povertà e profonde disuguaglianze.

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