Prendere decisioni in favore della maggioranza delle persone, questa la filosofia adottata dalla Bolivia nell’ultimo decennio da quando alla presidenza è giunto Evo Morales, primo leader indigeno nella storia del paese.
Nell’ambito di questa linea, da La Paz, fanno sapere che entro il mese di dicembre la Coca-Cola sarà espulsa dal paese andino. Il motivo della storica decisione non è da cercare in astruse motivazioni di carattere ideologico, ma bensì nella ferma volontà di difendere la salute del popolo boliviano. Infatti, nella bevanda prodotta dal colosso multinazionale, secondo il governo boliviano vi sarebbero presenti sostanze pericolose per la salute umana. Il contenuto della famosa bibita gassata, inoltre, potrebbe provocare attacchi cardiaci, cancro e ictus.
«Sarà la fine dell’egoismo e della divisione. Il 21 dicembre deve segnare la fine della Coca Cola e l’inizio del mococinche. I pianeti saranno allineati dopo 26.000 anni, è la fine del capitalismo e l’inizio della cultura della vita», questo il commento rilasciato ai microfoni di teleSUR dal ministro degli Esteri boliviano, David Choquehuanca.
Sempre dalla Bolivia, secondo quanto riportato dall’emittente Al Mayadeen, arriva la notizia che la nota catena di fast-food McDonald’s lascerà il paese. Per la prima volta, la multinazionale non è riuscita ad installarsi in una nazione e adattarsi alla cultura alimentare locale.
Nel documento intitolato «Perché ha fallito McDonald’s in Bolivia?» realizzato con il supporto di cuochi, sociologi e storici, l’azienda ha riconosciuto la sconfitta di fronte al tradizionalismo alimentare del paese e la mentalità della sua popolazione.
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