di Fabrizio Verde
Il violinista Wuilly Arteaga, assurto a simbolo delle proteste contro il ‘regime’ di Maduro (parafrasando i fake media del circuito mainstream) ha raccontato attraverso un video diffuso nell’ambito del programma ‘Con el Mazo Dando’ tutta la verità sulla sua detenzione, evidenziando che la Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) non distrusse il suo violino, come raccontato dai media a livello internazionale a reti unificate.
Nel mare magnum delle fake news sul Venezuela, il povero musicista vittima di una repressione brutale, diventa l’eroe da dare in pasto all’opinione pubblica che sarà poi pronta ad applaudire l’ennesima esportazione di democrazia. Magari a suon di bombe. Il violinista di Caracas, come il pianista di Kiev, questo era il senso dell’operazione.
Arteaga ha spiegato che il violino fu danneggiato in seguito alla disputa tra due persone durante una manifestazione. Successivamente il violino fu raccolto da un agente di polizia e consegnato al legittimo proprietario. Questo evento fu sfruttato dai media al fine di renderlo virale.
«I media cercano sempre di fare un titolo sensazionalista per rendere virale un evento. Una grande percentuale di persone afferma quel che vede attraverso le reti sociali».
Il giovane musicista ha inoltre espresso il proprio disappunto per lo sciopero di 48 ore convocato dai dirigenti dell’opposizione perché «uno sciopero di 48 ore genera caos».
Arteaga, che era un assiduo frequentatore delle manifestazioni violente organizzate dall’opposizione venezuelana - che hanno provocato un’ondata di violenza con oltre 100 morti - si è infine detto «deluso» dai dirigenti della MUD. «Di cos’altro hanno bisogno i leader politici? Quanti morti ancora vogliono?», ha poi chiesto il musicista in aperta polemica con i dirigenti oppositori.
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