Il 30 luglio di quest'anno si sono svolte le elezioni per l'Assemblea nazionale costituente (ANC) con una partecipazione di 8 milioni e 89 mila elettori, che rappresentano il 41,53% del corpo elettorale.
Questo processo ha avuto un importante significato politico poiché ha definitivamente chiuso l'agenda della violenza e del caos promossa dai leader dell'opposizione con il sostegno e i finanziamenti delle potenze occidentali. Più di 140 morti, centinaia di feriti e danni milionari a beni pubblici e privati in diverse città, furono il risultato di quella manovra che tentò di spodestare il chavismo con mezzi incostituzionali.
L'ANC fu proposta dal presidente Nicolás Maduro a maggio come meccanismo politico ed elettorale per stabilizzare il Venezuela e dare una soluzione pacifica al conflitto. Sebbene l'opposizione venezuelana abbia richiesto sanzioni contro di essa a Stati Uniti e Unione Europea (UE), tra le altre cose, per delegittimarla a livello internazionale, l'ANC si è insediata e ha iniziato a prendere decisioni per consolidare la stabilità politica.
Il 12 agosto, facendo uso dei suoi poteri costituzionali, l'ANC ordina che le elezioni regionali si tengano il 15 ottobre. Nel mezzo di dispute interne e un forte rifiuto dei suoi seguaci, che erano stati convinti che partecipare alle elezioni con l'attuale Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) significava sostenere "la dittatura", le principali organizzazioni dell'opposizione iscrivevano i loro candidati.
Con una partecipazione elettorale del 61,14% degli elettori, il chavismo ottiene 18 governatori (il 54% dei voti) e l'opposizione solo cinque (il 45% dei voti). Gli Stati Miranda, Lara e Amazonas, riconosciute roccaforti dell'opposizione, passano nelle mani del chavismo. L’opposizione parla di brogli, ma l’effetto dura solo alcuni giorni a causa dell'assenza di prove e di un piccolo sostegno internazionale, fatta eccezione per le prevedibili dichiarazioni del Dipartimento di Stato e dell'UE.
I dissidi interni all’opposizione si acutizzano alcuni giorni dopo perché quattro governatori di Acción Democrática, giurano davanti all’ANC mentre Primero Justicia e Voluntad Popular li accusano di tradimento.
Il 26 ottobre, l'ANC ordina che le elezioni municipali di realizzino il 10 dicembre.
Gli Stati Uniti e Luis Almagro hanno criticato l'opposizione per la partecipazione alle elezioni regionali, in modo da evitare un partecipazione alle seguenti elezioni municipali. Sebbene i leader delle principali formazioni politico-elettorali avessero annunciato sanzioni per quei militanti registrati nel processo, non potevano evitare che in più di 300 comuni questo accadesse, con oppositori in lizza.
Più di 5 mila candidati, secondo il CNE, si affrontano alle elezioni municipali. Dato che le organizzazioni del chavismo hanno un solo candidato in quasi tutti i comuni, la stragrande maggioranza dei candidati (una media di 14 per comune) proviene dal campo di opposizione.
Enrique Marquez di Un Nuevo Tiempo ha confermato che il simbolo del suo partito viene utilizzato per registrare candidati di Acción Democrática, Primero Justicia e Voluntad Popular che non hanno il sostegno dei propri partiti.
"La dittatura", i media, il calendario elettorale e quello che si dice della democrazia venezuelana
Dopo che il referendum revocatorio fu sospeso per brogli da 12 tribunali del paese, il discorso sulla “dittatura” in Venezuela ha smesso di essere retorica di un segmento radicale dell'opposizione venezuelana per diventare un discorso della propaganda globale contro il paese.
Le violente proteste che hanno scosso il Venezuela per quattro mesi hanno avuto come una delle principali scuse che il CNE non aveva formalizzato un calendario elettorale per le elezioni regionali e municipali per il 2017. Un argomento totalmente falso poiché l'autorità elettorale aveva già stabilito che le elezioni si sarebbero tenute quest'anno, in particolare tra luglio e dicembre.
Julio Borges a febbraio affermava che il governo era una "dittatura", che "aveva preso la decisione di non partecipare alle elezioni”.
L'alto livello di violenza promosso nelle strade serviva alla mediocrazia globale per catalogare il Venezuela come uno stato che reprime i diritti umani, e a Julio Borges e Freddy Guevara per chiedere sanzioni agli Stati Uniti e all'UE.
Con questa narrazione le sanzioni finanziarie ed economiche contro il Venezuela sono state imposte perché non c’è «democrazia, Stato di diritto ed elezioni», anche se il CNE aveva stabilito che le elezioni dei governatori e dei sindaci si sarebbero svolte durante la seconda metà del 2017.
E così è stato: una volta installata l'ANC, i due processi elettorali programmati dal CNE dalla fine del 2016 sono stati convocati. Cioè, Julio Borges e altri leader hanno promosso violente proteste nelle strade per le elezioni alle quali, ora, trovano controproducente la partecipazione.
Ora per delegittimare le elezioni, l'opposizione venezuelana ricorre alla retorica della "assenza di garanzie" per il processo, sostenendo che la delocalizzazione dei centri elettorali che si trovavano nelle zone residenziali devastate dall'assedio delle "guarimbas" e della "mancanza di osservazione internazionale" complica le possibilità di vittoria.
Tuttavia, il trasferimento dei centri (279 in totale) è stato effettuato solo per il 2% del totale (13.599). Vale a dire, un effetto quasi nullo sulle possibilità di voto in tutto il paese. Inoltre, la supervisione elettorale richiesta dall'opposizione è quella dell'OSA, un'istituzione che ha legittimato brogli elettorale in Colombia, in Messico, ad Haiti e recentemente in Honduras.
Il Consiglio degli Esperti Elettorali dell'America Latina (Ceela) è l'organizzazione che ha svolto il ruolo di osservatore internazionale dei processi elettorali in Venezuela, e nella sua lunga attività ha collaborato con l'OSA e l'UE. A proposito dei recenti processi in Venezuela ha evidenziato l'affidabilità e la sicurezza del sistema.
Per Luis Almagro e la lobby dei parlamentari repubblicani della Florida del Sud (Marco Rubio, Ileana Ros, tra gli altri), il Ceela non è un osservatore affidabile, anche se ha partecipato ad elezioni (Nicaragua e Paraguay, ad esempio) dove i risultati non sono stati contestati da questi personaggi.
È paradossale e persino ridicolo che gli attori politici i quali hanno combattuto per diversi mesi per le elezioni, che non sono mai state negate dal CNE, vale la pena notare, fuggano davanti all'opportunità di conquistare dei comuni e imporsi come maggioranza nelle urne. Sembra che lo slogan "Elezioni Adesso” fosse più un mezzo che un fine in sé, nella ricerca di sanzioni che avrebbero soffocato il paese e permesso loro di arrivare al potere attraverso una strategia di demolizione economica.
Il Venezuela, al di là delle tradizionali elezioni, è un focolaio politico in cui la partecipazione è esercitata a diversi livelli della società, non solo nel sistema partitico classico. I consigli comunali, CLAP, UBCH, i comuni, sono solo alcuni degli spazi in cui il muscolo della partecipazione politica viene esercitato quotidianamente e su problemi concreti.
"La dittatura” venezuelana non è solo unica nell'emisfero per il numero di volte in cui in un anno chiama la popolazione a scegliere diverse posizioni pubbliche, ma per quello che succede dietro quelle urne: un paese politicamente mobilitato per affrontare le sue difficoltà.
E sebbene in apparenza queste elezioni siano di secondo ordine, in realtà hanno un'importanza fondamentale: consolidare la vittoria politica del chavismo nel 2017 sui quei piani che cercavano il suo annientamento come forza politica, per aggiungere stabilità politica, per inibire la narrazione della "dittatura" elevando il profilo dell'ANC come strumento per risolvere conflitti.
Il 2017 è stato l'anno in cui hanno cercato di distruggere la Costituzione, lo Stato venezuelano e il chavismo, tutte le risorse e i dispositivi sono stati sintonizzati di conseguenza. Questa domenica dimostrerà, ancora una volta, che hanno fallito.
(Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)
di Alessandro BianchiE' autore di War Is a Force That Gives Us Meaning (2002), best seller che è stato finalista dei National Book Critics Circle Award. Ha insegnato giornalismo alle università...
Sulla vicenda della donna iraniana nuda nel campus, le cui immagini sono diventate virali, monta la strumentalizzazione politica.Al di là dei proclami “social”, cosa si sa realmente?...
di Loretta Napoleoni - San Diego 5 novembre 2024 E’ stata una notte elettorale brevissima in California, poco prima delle 22 con i risultati parziali dei primi swing states, prima...
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico Kiev rompe il tabù: il fronte del Donbass sta crollando. Lo ha ammesso apertamente il maggiore generale ucraino Dmitry Marchenko. "Non è un segreto...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa