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Proprio ieri, avevamo scritto che l’occidente con troppa facilità pensa di poter far ricorso alle monarchie del golfo per rendersi indipendente dal gas e dal petrolio russo.
Neanche il Qatar, una monarchia più disposta ad assecondare i voleri dell’Occidente sembra molto felice di essere usata.
Infatti, sul suo account Twitter, l’ex primo ministro qatariota Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani è intervenuto su questa processione in Qatar di tanti ministri occidentali dallo scoppio della guerra in Ucraina.
"È come se fossimo il salvadanaio dell'Occidente che si apre in tempi difficili", ha lamentato l'ex ministro degli Esteri ed ex primo ministro del Qatar.
Inoltre, ha denunciato questa situazione attuale mostra che l'Occidente dimentica il suo Paese e i suoi vicini, "non interagisce con noi sulla base dell'uguaglianza o degli interessi comuni" e viene da loro solo quando si trova in una situazione di disperato bisogno.
A tal proposito, ha ricordato che gli europei ora hanno un disperato bisogno delle risorse energetiche dell'Asia occidentale a causa della crisi causata dal conflitto in Ucraina per rafforzare le loro posizioni di sicurezza.
Per tutti questi motivi, Al Zani ha raccomandato agli Stati arabi che si affacciano sul Golfo Persico di sfruttare questa opportunità e di firmare un accordo di libero scambio con l'Europa a garanzia dei propri interessi nazionali, obiettivo che, secondo lui, questi paesi arabi hanno cercato di concretizzare negli ultimi 30 anni, ma non ci sono riusciti, poiché gli europei preferiscono commerciare con la regione senza avere un quadro giuridico.
L'Europa e una decisione difficile sulla Russia
I leader dell'Unione Europea si sono incontrati lunedì scorso a Bruxelles per affrontare gli aumenti del prezzo del gas e del petrolio che stanno colpendo l'economia del blocco comunitario e se applicare o meno un embargo contro il settore energetico russo.
Tuttavia, toccare le importazioni di energia dalla Russia, come hanno fatto gli Stati Uniti e il Regno Unito, è una decisione che divide, soprattutto in paesi come la Germania o i Paesi Bassi, che dipendono fortemente da Mosca.
Nel frattempo, diversi ministri britannici hanno avvertito di una crisi petrolifera inflazionistica nel Regno Unito, nel mezzo della crescente crisi sull'Ucraina, poiché il 35% del gas naturale europeo viene trasportato dalla Russia attraverso il gasdotto Jamal-Europa che attraversa Bielorussia, Polonia e Ucraina e Nord Stream 1, che va direttamente in Germania e attraversa l'Ucraina.
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