Venezuela: Filven, un concerto di libri al ritmo dei tamburi

26 Novembre 2022 17:30 Geraldina Colotti

Leggere de-colonizza. È stato questo lo slogan della XVIIIma Fiera internazionale del libro (Filven), che ha chiuso i battenti a Caracas. Nella giornata conclusiva, un magistrale concerto del gruppo Madera ha fatto ballare il pubblico al ritmo dei suoi travolgenti tamburi africani. Un concerto in onore al continente celebrato quest’anno dalla Filven, la grande madre Africa.

Tanti gli invitati – editori, scrittori, artisti - che, con le loro opere, letterarie o saggistiche, hanno ricordato il lungo cammino, ancora inconcluso, verso l’indipendenza. A testimoniarne i costi, gli eredi di alcune figure storiche, come Ronald Lumumba, figlio maggiore del leader congolese Patrice Lumumba, ucciso il 17 gennaio del 1961 dagli emissari locali del colonialismo belga, e poi smembrato e dissolto nell’acido. Di lui resta solo un dente con la corona d’oro che solo di recente fu riconsegnato alla famiglia.

Quello della restituzione del patrimonio culturale saccheggiato dal colonialismo ai popoli africani è stato un altro tema di cui si è discusso alla Filven. Il Venezuela ha già compiuto al riguardo vari gesti concreti. Il ministro della Cultura, Ernesto Villegas, lo ha ricordato in alcuni momenti della Fiera internazionale: in particolare durante una conferenza, emotiva e brillante, dedicata ai “Conflitti attuali e alle tendenze politiche nel sud globale”. Un capitolo del VI Congresso dei Saperi africani, Americani e Caraibici, organizzato da Reinaldo Bolivar.

La restituzione del patrimonio culturale ha interessato anche un incontro pubblico tra Villegas e l’ambasciatore d’Egitto in Venezuela. L’Egitto ha ospitato di recente la Cop27, dove il presidente Nicolas Maduro ha portato la voce e le rivendicazioni dei popoli del sud. Anche di questo si è parlato alla Filven, con libri e dibattiti intorno al tema dell’ecologia e della giustizia ambientale, indicatore significativo della crisi strutturale del modello capitalista.

Leggere per de-colonizzare l’immaginario e per de-patriarcalizzare le relazioni sociali. Per questo – ha spiegato la viceministra di cultura Mary Pemjean – la Filven 2022 ha reso omaggio a due importanti figure femminili: una vivente, l’antropologa marxista Iraida Vargas, e una scomparsa, Carmen Clemente Travieso (1900-1983), scrittrice, giornalista, saggista, militante e attivista per i diritti della donna. Omaggiato anche lo storico e antropologo Mario Sanoja Obediente, coautore di molti libri con Iraida Vargas, recentemente scomparso.

In uno degli incontri conclusivi, il viceministro di Cultura, Raul Cazal, presidente del Cenal e della casa editrice El perro y la rana, ha dialogato con Iraida Vargas intrattenendo il pubblico con la consueta ironia: Iraida Vargas – ha raccontato – “stava illustrando il concetto di popolo e mi dice: scusa se ti prendo a cattivo esempio, e io le rispondo: ma è che io sono un cattivo esempio”.

Di alto livello anche il dibattito intorno al libro dell’intellettuale spagnolo Ignacio Ramonet, La era del conspiracionismo. Trump, el culto a la mentira y el asalto al Capitolio, edito da Monte Avila, al quale ha partecipato, insieme a Raul Cazal, il ministro della Comunicazione, Freddy Ñáñez. Un’occasione per riflettere sui meccanismi che, dalla società statunitense, si proiettano sulla scena mondiale, mostrando le false promesse del neoliberalismo e della globalizzazione capitalista.

Sempre presente, l’eredità del comandante Hugo Chavez Frias, che ha portato il popolo a amare i libri, che divorava egli stesso ogni giorno per discuterne in ogni occasione. Molti gli incontri sul pensiero e l’opera dell’ex presidente, a quasi dieci anni dalla sua scomparsa, accompagnati dalla presenza del suo fratello maggiore, il professor Adan, che dirige l’Istituto di Alti Studi dedicato al comandante.

Sul tema della de-colonizzazione sono intervenuti molti autorevoli intellettuali, come Luis Britto Garcia, che ha al suo attivo una vasta opera di riflessione al riguardo. Miguel Angel Pérez Pirela e Clodovaldo Hernandez hanno presentato i loro testi, fra i quali la raccolta di saggi Conversaciones Descoloniales, pubblicato in coedizione tra la Iguana e Vadell hermanos.

L’avvocata Indhriana Parada ha presentato il libro El sequestro de Alex Saab, con un prologo del viceministro per le politiche anti-bloqueo, William Castillo. All’apertura della Filven è stata presente Camilla Fabri, moglie del diplomatico sequestrato e deportato negli Stati uniti sulla cui immunità diplomatica, violata dall’imperialismo Usa, si discuterà il prossimo 12 dicembre.

Il movimento Free Alex Saab, che si è costituito anche in Italia e in diversi paesi d’Europa (vedi il libro edito da Multimages, disponibile in libreria e sulla piattaforma di Pressenza, Alex Saab, lettere di un sequestrato), ha invitato a sostenere la campagna per la liberazione del diplomatico venezuelano.

Il presidente Maduro ha dialogato con Camilla, reiterando il pieno appoggio del governo bolivariano all’inviato speciale, che ha messo a rischio la sua vita per spezzare l’assedio al Venezuela, importando alimenti e medicine.

Centrale anche la presenza di poeti e poete con i loro versi accolti sempre da un folto pubblico partecipe: a cominciare da Gustavo Pereira, autore del prologo della Costituzione bolivariana, che ha presentato il libro Historias del paraíso; e da Ana Maria Oviedo Palomares, che ha messo in rilievo il legame tra la rivoluzione bolivariana e la poesia.

Tutti gli incontri sono stati accompagnati dalla Libreria Mediatica di Marialcira Matute, dal lavoro informativo di Alba Ciudad e da quello di giornalisti e giornaliste del Ministero della Cultura, e dei media comunitari.

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