di Fabrizio Verde
Allo scoccare del 1 gennaio 2024, la geopolitica globale ha visto un significativo mutamento, l’allargamento del blocco BRICS ad un nuovo e potente BRICS+, attraverso l’adesione di nazioni chiave come Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Egitto. Questa espansione rappresenta una svolta epocale, con il mondo che avanza ulteriormente nella realizzazione del multipolarismo, accompagnato dal tramonto del dominio unipolare occidentale guidato da un imperialismo statunitense che mostra con sempre maggiore evidenza i segni del suo declino politico, economico e militare.
Il blocco BRICS+ riflette un cambiamento significativo nelle dinamiche di potere mondiali. Mentre il blocco BRICS originale (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) già rappresentava una forza economica e politica notevole, l’inclusione di nuove nazioni aggiunge una diversità e una portata geografica che cambiano il volto della cooperazione internazionale.
In occasione del XV vertice BRICS che si è tenuto presso il Sandton Convention Centre di Johannesburg dal 22 al 24 agosto 2023, presieduto dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, all’annuncio dell’allargamento del blocco multipolare il presidente russo Putin definiva l’espansione dei BRICS come una sfida e precisava che l’organizzazione avrebbe lavorato per espandere la sua influenza sulla scena mondiale.
“Vorrei ringraziare i nostri amici sudafricani per quanto hanno fatto nel corso del lavoro comune, intendo il lavoro di armonizzazione delle dichiarazioni. Devo notare che, come è risultato, questo lavoro non è stato facile. Continueremo il lavoro che abbiamo iniziato oggi con voi per espandere l’influenza dei BRICS nel mondo”, affermava il leader russo evidenziando al contempo le capacità diplomatiche del presidente sudafricano: “Il presidente Ramaphosa ha dimostrato sorprendenti capacità diplomatiche nel concordare tutte le posizioni, comprese quelle relative all’espansione dei BRICS”.
Durante il suo discorso al vertice, il presidente russo affermava inoltre che i Paesi occidentali cercano di sostituire il sistema del diritto internazionale con un ordine basato sulle proprie regole.
“I Paesi del cosiddetto miliardo d’oro stanno facendo di tutto per preservare il vecchio mondo unipolare, che gli conviene, che gli è favorevole. Stanno cercando di sostituire il sistema di diritto internazionale con il loro cosiddetto ordine, basato su regole che nessuno vede, regole che vengono usate, francamente, per scopi egoistici e che vengono cambiate per adattarsi alla congiuntura politica attuale. Quando e come fa comodo agli interessi dei singoli Paesi. In sostanza, si tratta del vecchio colonialismo, solo in una nuova veste”.
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