La Shanghai Cooperation Organisation (SCO) e il vostro "ombrello Nato"

di Maria Morigi

Una volta si diceva “moriremo democristiani”. Oggi senz’altro possiamo dire “moriremo atlantici”, benché ognuno di noi nutra ancora qualche speranza di uscire dall’incubo NATO capace di innescare guerre vere e di soffiare sul fuoco delle guerre di procura.

Essendo tra coloro che tendono a farsi del male, ascolto qualche incontro in TV in cui menti strategiche discutono i destini del mondo, mi è capitato così di sentire la seguente frase pronunciata con enfasi da un direttore di testata che non nomino: “Eh, sì anche LORO hanno una SPECIE di ALLEANZA che imita la NATO…”. Il LORO (essi) indica - con una venatura di superiore spocchia euro-atlantica - i Paesi che stanno al di là, verso Oriente, considerati indegni di partecipare al banchetto globale neo-post-coloniale. Insomma i pezzenti che già si erano trovati a subire gli appetiti occidentali nei Grandi Giochi, prima a regia britannica e poi a regia americana. Ma, contrariamente alle aspettative innescate da varie rivoluzioni colorate e floreali, sembra che non tutti costoro (i pezzenti) ci abbiano rimesso le penne.

Per combattere la disinformazione urge quindi una spiegazione, anche se sarebbe sufficiente consultare Wikipedia: questa “SPECIE di ALLEANZA” asiatica, di cui si prospettano miserie e malefatte, è la Shanghai Cooperation Organisation (SCO), organizzazione inter-governativa fondata il 14 giugno 2001 da Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, detto Gruppo di Shanghai (o Gruppo dei Cinque) che aveva visto la luce già nel 1996 con il “Trattato per il rafforzamento dell’appoggio militare nelle regioni di confine”. Attualmente ne sono membri anche Uzbekistan, India e Pakistan (India e Pakistan dal 2017). In settembre 2021 l’Iran è entrato a pieno titolo, segnando un grande successo diplomatico (anti-sanzioni USA). Nel prossimo summit in aprile 2022 l'India assumerà la presidenza della SCO. E non sfugga che tra gli Stati membri ci sono potenze nucleari. Oltre agli Stati membri è prevista la partecipazione di Stati osservatori (Afghanistan, Mongolia, Bielorussia), Stati Partnership di dialogo e Stati ospiti (unico Stato centrasiatico ancora nella condizione di ospite è il Turkmenistan).

La SCO, sviluppata all’insegna della centralità cinese, adotta un criterio di coordinamento con la Russia evitando la contrapposizione esplicita con gli Stati Uniti e svolge un ruolo importante nelle decisioni che riguardano l’Asia intera. Inoltre, vista la sua crescente centralità nell'Asia-Pacifico è il principale pilastro della sicurezza della regione asiatica. Le lingue ufficiali della SCO sono il cinese e il russo.

La Dichiarazione di Astana, documento finale del summit (luglio 2005) preceduto da un vertice bilaterale Russia-Cina in cui si è sottolineata la necessità dell’impegno militare russo e del potenziale economico cinese per l’area centrasiatica, stabilisce due pilastri: presenza militare russa per la sicurezza + garanzie da parte della R.P.C. per la sicurezza economica. Inoltre promuove un cospicuo impegno per le iniziative culturali congiunte (durante il vertice di Astana, nel 2005, ha avuto luogo il primo Festival delle Arti). Il documento finale del summit 2005 ha rivolto richiesta formale agli USA di smobilitazione delle basi militari di Karshi-Khanabad e Termez in Uzbekistan, della base di Manas in Kirghizistan e di Kolub in Tagikistan.

Braccio militare della SCO è il Collective Security Treaty Organisation (CSTO) nato nel 2002 di cui oggi sono membri Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Federazione Russa, Tagikistan. Voluto fortemente dalla Russia, il CSTO afferma di rinunciare all’uso della forza nella risoluzione delle controversie - con la clausola di solidarietà per cui ogni atto di aggressione nei confronti di uno dei paesi membri sarebbe considerata un attacco agli altri - autorizza contromisure comuni, fornisce addestramento, armi, tecnologie e prevede lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte.

Organo permanente della SCO è il Regional Anti-Terrorist Structure (RATS), con sede a Tashkent che ha il compito di promuovere la cooperazione degli Stati membri contro i “Tre Mali” indicati dalla linea tradizionale cinese: terrorismo, separatismo, estremismo. Il Direttore del Comitato Esecutivo di SCO RATS (attualmente Ruslan Mirzaev dell'Uzbekistan, in carica da 1° gennaio 2022) è eletto per un mandato di tre anni, e ogni Stato membro invia un rappresentante permanente a RATS.

La SCO ha stabilito relazioni con l'Assemblea Generale dell’ONU nel 2004, con Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) nel 2005, con la Organizzazione per la cooperazione economica (OCSE) nel 2007, con l’Ufficio delle NU contro droga e crimine nel 2011, con il Forum intergovernativo sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (CICA) nel 2014 e con la Commissione economica e sociale delle NU per l'Asia e il Pacifico nel 2015. Inoltre la SCO-RATS lavora dal 2018 in cooperazione con il Centro africano per lo studio e la ricerca sul terrorismo (ACSRT) dell'Unione africana.

Insomma, cari supponenti e pressapochisti che vi sentite così protetti dall’ombrello NATO, io ci farei un pensierino… prima di lanciare frecce avvelenate e fare supposizioni sulla politica di non coinvolgimento di Xi Jinping a proposito dell’Ucraina. Soprattutto mi leggerei con attenzione i rapporti indipendenti ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) e anche i rapporti di Analisi Difesa… un tanto per non continuare a sparar idiozie e disinformazione.

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