È l’ultima frontiera dell’intossicazione mediatica: promuovere o, addirittura, commissionare video che “smascherano” complotti utilizzando “prove” così palesemente false o inconsistenti da neutralizzare ogni pur serio tentativo di mettere in dubbio la Verità ufficiale.
Una strategia già segnalata, anni fa, dall’ottimo Massimo Mazzucco e che ha cominciato a marciare a pieno regime con la diffusione di un falso-falso video attribuito allo staff del senatore McCain e soprattutto con i falsi-falsi video della strage al Bataclan (da noi analizzati qui). Video che, come quelli prodotti per altre stragi che hanno insanguinato l’Europa, pretendono di dimostrare come queste siano null’altro che sceneggiate realizzate con l’utilizzo degli ormai famigerati “Crisis Actors” e cioè comparse, - spesso mutilate di braccia o gambe – solitamente utilizzate per rendere più “verosimili” esercitazioni militari o di Protezione civile
Comparse che in qualche caso, si sono prestate ad essere intervistate come “superstiti” di attentati da qualche network televisivo a corto di scene da mostrare.
Si è diffusa così in Rete una sbalorditiva “controinformazione” fatta di clamorosi falsi; il caso più recente è un ripugnante video che, in questi giorni, sta spopolando sul web e che - pur rassegnandoci a fargli indiretta pubblicità - mostriamo al fine di meglio spiegare alcuni meccanismi che sovrintendono questo genere di intossicazione mediatica.
Qui il file del video nell’eventualità che venga cancellato da Youtube
Tralasciando le farneticazioni su complotti vari che sarebbero dietro la realizzazione della “sceneggiata” di Barcellona e sulle ingiurie alle vittime e ai familiari di queste, vale la pena di soffermarsi su una davvero sospetta scelta che fa l’autore del video: “Siamo costretti a sfocare le immagini per sfuggire alla censura di Youtube” rimandando per una presunta disamina più attenta ad un altro video da lui postato su Youtube; video, anch’esso, sfocato e pixellato. In realtà la Rete non ha “censurato” affatto le immagini della strage (si veda, ad esempio, questo video su Facebook; qui il file del video si può scaricare per una disamina fotogramma per fotogramma) – e la sfocatura e i pixel apposte dall’autore del video servono solo a rendere arduo scoprire le sue menzogne.
Ad esempio: la “bambola gonfiabile” (in realtà, una delle vittime dell’attentato) da lui identificata tale per via della “gamba sinistra sgonfiata” (in realtà, una gamba schiacciata, verosimilmente dal passaggio del veicolo dei terroristi) o il presunto “manichino” (in realtà una ragazza ancora viva, come dimostra il movimento del collo) o il presunto “vecchio distratto” (che si direbbe, invece, attonito da quello che vede) o una ragazza con i vestiti “senza traccia del sangue” (che non si capisce perché avrebbe dovuto macchiarli visto che sta in una pozza ad almeno un metro da lei) …. Ma la “ciliegina sulla torta”, come asserisce l’autore del video, è “una caviglia rotta e insanguinata che poco prima era in perfetta forma” (in realtà, la caviglia -mai insanguinata- appare intatta finché il soggetto non muove la gamba evidenziando così la frattura scomposta) …. Queste e tante altre sciocchezze "attestate" come prove di una "sceneggiata"dalle confuse parole di un tizio che poi su Facebook si guarda bene dal confermarla.
Non sarebbe valsa la pena di analizzare questo pattume se il video, a oggi, non avesse ricevuto, solo su Facebook, più di 800.000 visualizzazioni. Tutti di “complottisti”? Parrebbe di no. Anzi, la stragrande maggioranza dei commenti grida allo scandalo e invoca la rimozione del video dalla Rete. Insomma, invoca una censura stile Boldrini. Un colpo da maestro per i Padroni dell’Informazione. E se tutto va secondo i loro piani, tra un po’ su Facebook troverete solo gattini.
Francesco Santoianni
Questo articolo è stato già pubblicato su Pecorarossa.it
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