Come si dice in questi casi, brancola nel buio Scotland Yard davanti al “nuovo avvelenamento da Novichok”, avvenuto, nella stessa zona di Salisbury, teatro, quattro mesi fa del famigerato “caso Skripal”: una colossale bufala, (così come abbiamo cercato di spiegarvi qui o qui) tradottasi nell’espulsione (anche da parte dell’Italia) di diplomatici russi. In questo nuovo caso, comunque, le vittime sarebbero non già una ex spia russa passata al soldo degli inglesi e sua figlia, ma due tizi (Charlie Rowley e Dawn Sturgess) dei quali non si sa nulla di losco.
E allora? Già i media farneticano che quest’ultimo avvelenamento sarebbe “un residuo del veleno utilizzato contro gli Skripal”, come se Putin, dopo la maniglia del portoncino di casa Skripal avesse fatto imbrattare di Novichok mezza Gran Bretagna. E questa ultima bufala, svaporati il “caso Skripal” e il “caso Babchenko”, si direbbe essere null’altro che una provocazione last minute per rovinare la festa dei Mondiali di calcio in Russia.
O forse c’è dell’altro?
Sui social inglesi si prospettano, principalmente, due ipotesi. Una è che gli avvelenamenti con sostanze nervine siano conseguenza di esperimenti effettuati dal vicino Centro armi biologiche di Porton Down: ipotesi improbabile ma non inverosimile considerando che esperimenti con gas nervino su inermi civili, nei decenni scorsi, sono stati già effettuati in Gran Bretagna. L’altra ipotesi accusa un qualche scienziato di Porton Down fuori controllo. Fantapolitica? Si direbbe di no, considerando che, secondo l’FBI, a diffondere le famose buste all’antrace (che, nel 2001, spianarono la strada alla guerra all’Iraq) era stato un biologo che lavorava al Centro per le armi biologiche di Fort Detrick, Bruce Edwards Ivins.
Peccato che non si riuscì a saperne molto di più: nel luglio 2008, Bruce Edwards Ivins fu trovato morto. “Suicidio con farmaci”sentenziarono le autorità che, comunque, non fecero effettuare l’autopsia.
Francesco Santoianni
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