Tutti a sperticarsi in lodi per Massimo Bordin “conduttore della rubrica Stampa e Regime”. Strano che nessuno – anche a “sinistra” - si soffermi sulla sua conduzione di rubriche quali "Il Medioriente visto da Gerusalemme" e “Visto dall'America” o il suo essere stato, per molti anni, Direttore di Radio Radicale “organo della lista Marco Pannella”. Se qualcuno lo avesse fatto, confrontando le “notizie” diffuse con gli inequivocabili fatti poi emersi, molto probabilmente, si sarebbe accorto che, almeno in politica estera, la sua “corretta informazione” si trasformava in una apologia dell’Impero USA. Del resto, questo è stato il ruolo di Radio Radicale a cominciare dalla guerra alla Palestina passando per quella alla Jugoslavia, all’Iraq, alla Libia, alla Siria…
Meglio, quindi, sciogliersi in mielose commemorazioni concentrandosi esclusivamente su “Stampa e Regime” una rubrica, indubbiamente condotta con maestria, ma che mai ha voluto prendere in esame le pur tante voci interessanti provenienti dal giornalismo on line preferendo, invece concentrarsi su sempre meno letti giornali o, addirittura, su bollettini tenuti in vita da prebende quali “Il Foglio” o “Il Dubbio”. Una linea editoriale che si direbbe riveli l’esigenza di restare pervicacemente confinati in quel mondo politico che per decenni ha garantito la sopravvivenza economica di Radio Radicale e che ora – giustamente secondo chi scrive – viene messa in discussione.
Francesco Santoianni
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Condividendo le posizioni sopra espresse, tutta la Redazione de L’Antidiplomatico si unisce al dolore dei familiari di Massimo Bordin il quale ha sempre portato avanti le sue convinzioni politiche con uno stile e una maestria davvero rari nel panorama giornalistico italiano.
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