Davvero incredibile lo spettacolo che sta dando il mainstream italiano a proposito del “suicidio” del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein. E con la lodevole eccezione di Rainews, praticamente tutti i blasonati media nostrani (si veda Repubblica, Open.online, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Wikipedia… ) ritengono irrilevante menzionare un aspetto della storia. E cioè che il Boeing, con il quale Epstein raggiungeva i suoi paradisi tropicali per violentare minorenni, era sempre carico di “rispettabili” miliardari, regnanti e politici, quali il principe Andrea, Kissinger… e soprattutto Bill Clinton (27 volte su quell’aereo).
Altra strana dimenticanza dei suddetti blasonati media è non domandarsi come mai Epstein, dichiaratosi colpevole, nel 2008, per stupri a minorenni se la cavò così con una condanna a 18 mesi (la maggior parte non scontati per “buona condotta”). Eppure Alexander Acosta, (l’allora Procuratore di Miami che chiese questa “condanna”) è stato chiaro: Mi era stato detto che Epstein apparteneva all’intelligence e che avrei dovuto lasciarlo in pace.
Intelligence? Le “trappole al miele” (e cioè riprendere le proibite performance sessuali dei potenti per poi ricattarli) non sono certo una novità negli Stati Uniti, basti pensare a come Edgar Hoover, capo dell’FBI, teneva in pugno i Kennedy. Ma nel caso di Epstein, l’ipotesi più probabile (corroborata dalla sua vicinanza con Guislane Maxwell, conclamata agente del Mossad) è che lavorasse per Israele e anche per qualcuna delle 17 agenzie di intelligenze USA.
Prove? Al momento nessuna. Ma state pur certi che, se pure uscissero schiaccianti testimonianze e incontrovertibili documenti, i media volteranno lo sguardo da un’altra parte. Del resto, lo fanno già oggi parlando di “suicidio” davanti alla morte di Epstein, incredibilmente, lasciato solo in cella senza sorveglianza nonostante il suo tentato suicidio di qualche giorno fa.
Francesco Santoianni
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