Giro d'Italia 2023 e (ancora) sportwashing

31 Marzo 2023 07:00 Francesco Santoianni


Ancora sportwhashing. E, dopo i mondiali in Qatar, ora è la volta del Giro d’Italia (dal 6 al 28 maggio 2023) al quale parteciperà la squadra Israel-Premier Tech avente un punteggio così basso da non potere, ai sensi del Regolamento UCI World Tour, partecipare a competizioni ciclistiche di prestigio internazionale ma che, grazie ad una scandalosa deroga, è stata invitata a partecipare dagli organizzatori del Giro.

Una squadra finanziata dal miliardario canadese-israeliano e fervente sionista Sylvan Adams, già artefice del Giro d’Italia del 2018 che, grazie ai suoi 16 milioni di euro, fece partire il Giro d’Italia da Gerusalemme; una iniziativa che, secondo i rappresentanti dello stato sionista celebrava i 70 anni della fondazione di Israele e quella che, secondo loro, è la sua capitale.

E per giustificare una partenza così bizzarra, contestata da decine di personalità del mondo ebraico, fu necessario stravolgere la storia del campione del Ciclismo italiano Gino Bartali presentandolo come “salvatore di ebrei durante il fascismo”; una bufala colossale spacciata per buona anche da Il Manifesto ma smentita da Michel Sarfatti, fino al 2016 direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e da don Aldo Brunacci, canonico della cattedrale di Assisi, incaricato dal suo vescovo di organizzare il soccorso agli ebrei. Una bufala diventata, addirittura, traccia per gli esami di Stato e consacrata in una trasmissione RAI dove usciva fuori che Gino Bartali, addirittura, stipava ebrei (presumibilmente, nani) in un vagoncino, attaccato alla sua bicicletta, portandoli così lontani dalle grinfie dei nazisti.

Ma torniamo al Giro d’Italia di quest’anno dal quale, ca va sans dire, sono stati esclusi i ciclisti della squadra Gazprom-RusVelo, tra i quali molti campioni italiani.

Contro la sfrontata presenza della squadra israeliana sono già in preparazione numerose iniziative che, verosimilmente, ricalcheranno quelle tenutesi nel 2018 alcune delle quali in Palestina, terra che vanta non pochi cultori del Ciclismo. Davvero improbabile, comunque, che queste iniziative troveranno qualche spazio sui media considerando che nel 2018, le pur numerose e colorite contestazioni in molte tappe del Giro d’Italia sono state censurate dai nostrani media. Del resto è quello che capita per ogni critica rivolta in Italia ad Israele, bollata, inevitabilmente, come “antisemitismo” anche quando viene pronunciata da persone di cultura e religione ebraica. Una situazione che certamente peggiorerà con la recente istituzione nel nostro Paese di una ineffabile “Autorità nazionale contro l’antisemitismo” e con il sempre più fitto commercio di armi con Israele.

Da Avanti.it

Le più recenti da I media alla guerra

On Fire

Alessandro Orsini - Una risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre

  di Alessandro Orsini*  Risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre. Il dibattito sul genocidio a Gaza, reale o presunto che sia, non può prescindere dalle scienze sociali. Nel suo...

La doppia Waterloo della Francia

   di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico In più di una circostanza ho scritto che oltre agli USA a vivere una situazione estremamente complessa in materia di conti con l'estero (debito/credito...

Ex analista Pentagono sul vero obiettivo dell'"escalation non necessaria” di Biden

  Come ha riportato ieri il New York Times, che ha citato funzionari statunitensi a conoscenza della questione, il presidente degli Stati uniti d’America, Joe Biden avrebbe approvato l'impiego...

Prof. Jeffrey Sachs: "La situazione è molto più seria di quanto pensiamo"

  In una conferenza tenuta nella capitale armena Yerevan e ripresa oggi da Svetlana Ekimenko su Sputnik, l'economista di fama mondiale Jeffrey Sachs ha dichiarato come il "mondo sia in bilico e sull'orlo...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa