di Francesco Santoianni
Ancora la “prestigiosa” rivista scientifica <<The Lancet>>. Tanto per capirci quella che nel 2020, in piena corsa ai vaccini Covid, per negare la validità di cure che già si rivelavano efficaci, pubblicava uno studio farlocco sull’idrossiclorochina poi ritirato frettolosamente (anche perché, come si scoprì, era stato accettato come oro colato dalla rivista senza un controllo degno di questo nome). Ora ripiomba nel ridicolo con “Le risposte immunitarie adattative sono più ampie e funzionalmente preservate in un individuo ipervaccinato”: articolo apologetico dei vaccini Covid, basato sulle presunte 217 vaccinazioni somministrate ad un sessantaduenne senzatetto di Magdeburgo in Germania. Bufala presa come Vangelo dai media mainstream (primo tra tutti Open.online “tempio del factchecking”) nonostante evidentissime incongruenze evidenziate dapprima da un blogger tedesco e, in Italia, da Gioia Locati.
Ad esempio: considerato che il senzatetto, per mesi avrebbe ricevuto fino a tre vaccinazioni al giorno, com’è che nessun medico vaccinatore si è accorto degli innumerevoli e inequivocabili aloni che costellavano le sue braccia? E perché, considerando che esibiva il suo documento di identità, nessuno prima della somministrazione del vaccino ha controllato la presenza del suo nome tra le liste dei vaccinati? Perché la magistratura tedesca (come quella italiana, impegnatissima a trovare falsi vaccinati) nonostante abbia trovato presso il senzatetto certificati vaccinali intestati a varie persone, ha archiviato l’indagine (con la motivazione che “il soggetto non era idoneo a sostenere un processo”) rinunciando così a perseguire i beneficiari dei certificati?
Comunque sia, con l’irrompere nella storia dei “ricercatori” dell’Università di Erlangen (che sottopongono il senzatetto ad una serie di analisi e ad una ennesima vaccinazione anticovid) e la conseguente pubblicazione su “The Lancet” il caso diventa “scientifico” nonostante il prof. Stefano Petti, docente di Epidemiologia all’Università La Sapienza di Roma faccia notare che le linee guida di Lancet dovrebbero escludere l’analisi di casi singoli non verificati da un referee indipendente ma descritti e accertati esclusivamente dagli autori della ricerca.
Vi sono poi innumerevoli critiche ai risultati della ricerca pubblicata su Lancet (che è possibile leggere su X-Twitter e sui commenti a questo articolo) che si direbbe facciano a pezzi la storia delle 217 vaccinazioni anticovid che “non hanno provocato alcun effetto collaterale” e che hanno “fortificato il sistema immunitario”. Ma di queste non si trova traccia sui media mainstream. Anche perché l’importante è che la bufala del vaccino anticovid che fa comunque sempre bene sia diventata sui media una inequivocabile “verità scientifica”: servirà a fortificare l’ipocondria di milioni di persone forgiate dall’emergenza Covid e che ora, più che mai, sono disposte a subire in silenzio ogni angheria pseudo-scientifica. Fosse pure l’imminente arrivo della malattia X o la stipula del vessatorio Accordo internazionale su preparazione e risposta alla pandemia imposto da una OMS diventata una dépendance di Big Pharma.
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