L'odore di piscio che accompagna Sergio Marchionne

di Giorgio Cremaschi

Il male e chi lo fa a volte vengono associati ad odori spesso disgustosi. La guerra e i potenti che la scatenano sono entrati nella memoria assieme all'odore del sangue,del ferro, della polvere da sparo, più recentemente a quello di benzina del napalm. I miasmi della terra dei fuochi emanano dai rifiuti sepolti dalla camorra, mentre i veleni che vengono dall'Ilva e che uccidono a Taranto sentono di carbone. Reale o simbolico il cattivo odore è spesso un segno di violenza e oppressione.



Che odore associare alla FCA di Sergio Marchionne ce lo dice quanto avvenuto alla Sevel in Abruzzo, fabbrica del gruppo dove migliaia di operai costruiscono furgoni che vengono venduti in tutto il mondo.


Come ha denunciato il sindacato USB, che per questo ha proclamato un sacrosanto sciopero, la dignità e la stessa fisiologia umana sono state offese in quello stabilimento. Un operaio alla catena di montaggio sarebbe dovuto andare con urgenza al gabinetto, ma il capo reparto glielo ha impedito. La produzione deve venire prima di tutto e se il corpo reclama le sue più elementari esigenze, ebbene il profitto aziendale conta di più. Così alla fine quell'operaio, quella persona che la sera dovrà tornare a casa dalla famiglia, dagli affetti, dalle persone con cui vive da cittadino del secolo ventunesimo, alla fine quell'operaio è stato costretto a farsela addosso.




Questo infame bullismo, questa offesa ai più inviolabili diritti della persona, non è solo frutto della prepotenza mascalzona di un ignobile capetto, ma è il risultato di un sistema che organicamente porta alla umiliazione dell'essere umano, alla cancellazione della sua stessa natura fisica. Poco tempo fa alla SATA di Melfi le operaie sono state umiliate da disposizioni aziendali che ledevano la loro biologia. Ovunque si verificano episodi nei quali le più elementari funzioni del corpo umano sono negate in nome della produzione a tutti i costi.


Il sistema di lavoro FCA è rigidamente gerarchico fino ai massimi livelli. L'obbedienza a tutti i gradini dell'organizzazione del lavoro è il principio guida, chi esegue è premiato, chi non lo fa viene punito. Dunque se alla Sevel non si può andare in bagno è perché così è previsto e ordinato nella catena di comando, passo dopo passo, fino a Sergio Marchionne. Che incassa cinquanta milioni all'anno per risultati conseguiti anche con questi metodi infami. Marchionne sa ed è il primo responsabile della umiliazione dell'operaio abruzzese.


L'imperatore romano Vespasiano affermò che il danaro non puzza. È vero, ma la puzza a volta si attacca a chi quel danaro lo possiede e Sergio Marchionne diffonde oggi un forte sentore di piscio, che speriamo disgusti sempre più.

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