di Giorgio Cremaschi
L'immagine di Eleonora Forenza che mostra il sangue della testa spaccata di Antonio Perrillo è la drammatica risposta a coloro che sostengono che i fascisti non esistono.
I fascisti di Casapound erano asserragliati nella loro sede protetti dalla polizia, nella stessa via dove pochi giorni prima era passato in visita Salvini, benedicendo xenofobia e caccia al nero. Proprio per protestare contro quella visita e i suoi messaggi vergognosi si era svolta e conclusa una pacifica manifestazione antifascista. Alcuni manifestanti stavano tornando a casa e i fascisti di Casapound, vigliacchi come sempre, hanno attraversato indisturbati i cordoni della polizia armati di cinghie spranghe e hanno aggredito selvaggiamente Eleonora Forenza , Antonio Perrillo, Claudio Riccio e qualche altro compagno. Ad essi va il nostro abbraccio che non contiene la rabbia.
L'attacco é stato improvviso a freddo e violentissimo, come raccontano gli occhi di Eleonora. Poi i fascisti si sono rifugiati dietro i cordoni della polizia che li ha protetti, caricando le persone che, appresa la notizia, si erano precipitate sul luogo dell'aggressione. Il più grave dei feriti è Antonio, ricoverato con urgenza in ospedale e che ha avuto dieci punti in testa.
Ora le chiacchiere stanno a zero, tre punti fermi devono diventare cardini della nostra iniziativa.
Basta con la legittimità incostituzionale data ai fascisti, che per la nostra Costituzione sono fuorilegge, con le loro organizzazioni, sedi e a maggior ragione con le loro azioni criminali.
Basta con la propaganda di regime secondo la quale i fascisti non esisterebbero, chi la sostiene o è un fascista o è un imbecille in malafede, scegliete voi cosa sia peggio.
Basta con il far finta di niente o la minimizzazione di comodo sulle responsabilità di Matteo Salvini. Il vice presidente del consiglio è un fascista che sostiene i fascisti: essi non sono usciti dalle fogne per sua sola responsabilità, ma oggi crescono e aggrediscono perché sanno di avere il suo consenso e la sua protezione.
I fatti di Bari, ultimo anello di una lunga catena di aggressioni e violenze razziste e fasciste, dimostrano che l'antifascismo è una discriminante attuale e concreta nell'Italia di oggi. Sicuramente non tutti coloro che si proclamano antifascisti sono nostri compagni, ma certamente tutti coloro che negano che il fascismo esista sono nostri avversari.
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