di Giorgio Cremaschi
Il governo ha fieramente confermato la sua manovra di bilancio mentre le opposizioni tifano UE. Sembra uno scontro epocale, ma se si diradano le opposte propagande vediamo che siamo di fronte a due modi, non tanto, diversi di intendere lo stesso liberismo.
La UE ed i suoi fanatici, compresa la penosissima sinistra dello spread, rivendicano tutto l’impianto delle politiche di austerità, che in Grecia hanno distrutto il paese ed in Italia, oltre ai danni sociali che viviamo, hanno fatto crescere enormemente il debito pubblico. Sì perché da quando si è insediato Monti il debito è aumentato di QUATTROCENTO miliardi di euro. Segno che le politiche di austerità per ridurre il debito lo fanno aumentare e la propaganda a loro favore si fonda sul nulla e sul falso.
Giusto quindi abbandonarle e seguire altre vie, ciò che la propaganda opposta del governo gialloverde rivendica. Solo che anche qui la realtà è ben diversa dagli annunci.
Il governo fieramente scrive alla UE che manterrà i provvedimenti a tutela dei poveri, che il governo stesso definisce cosiddetto reddito di cittadinanza, perché oramai è chiaro che è solo un ampliamento delle misure del governo Gentiloni.
Così pure il governo descrive ciò che farà sulle pensioni come allentamento delle rigidità e dei vincoli del sistema pensionistico. Resta la Fornero con tutti i suoi vincoli, ma per alcuni essi saranno meno duri. Questa la realtà. Poi ci sono i condoni fiscali, le promesse di investimenti e altre misure in base alle quali il governo contesta alla UE le sue previsioni pessimiste e conferma invece che l’Italia crescerà e per quella via ridurrà il debito.
Così alla fine lo scontro tra governo e UE sta diventando una sorta di ridicola contesa tra ottimisti e pessimisti, su previsioni che, la storia insegna, sono quasi sempre sbagliate, tutte.
Ma il governo fa un passo in più. Di fronte alle contestazioni sui suoi numeri “ottimisti” mette delle garanzie.
La prima é la privatizzazioni dell’1% del patrimonio pubblico. Sembra poco, ma la proprietà pubblica teoricamente viene valutata in ben 1800 miliardi di euro. Quindi il governo prometterebbe 18 miliardi di ricavi da vendite di beni pubblici. Di Maio però ha subito dichiarato che si metteranno all’asta solo proprietà demaniali di poco valore, non i “gioielli” finanziari ed industriali. Bene, ma se davvero fosse così o saremmo di fronte ad una bufala, o alla gigantesca privatizzazione di circa un terzo di suolo pubblico, visto che la proprietà demaniale da sola vale circa 60 miliardi. Altro che gli ettari dati in concessione per il terzo figlio.
Il governo cerca di rispondere alle accuse UE con le privatizzazioni, quindi al liberismo con più liberismo, seguendo pedissequamente ciò che fece Monti.
Che viene imitato anche nell’altra mossa del governo: l’impegno a non far salire in ogni caso il deficit oltre il 2,4%. Ora anche qui o siamo di fronte ad una bufala, o ad una garanzia vera e pericolosa.
In questo secondo caso il governo dovrà alla fine definire clausole di riduzione del deficit, aumento dell’IVA, tagli di spesa pubblica, esattamente come hanno fatto Monti, Renzi e Gentiloni. Magari lasciandole quelle clausole velenose in eredità ai governi successivi come hanno fatto tutti i predecessori.
Insomma il governo alza la bandiera dell’orgoglio nazionale, ma segue sempre di più la via liberista classica della Unione Europea. Se ne é accorto il ministro delle finanze della Germania, unico ad avere espresso parole di comprensione sulla manovra italiana, affermando che in nostro paese ha diritto di aiutare i più poveri come si fa in tutta Europa. Paradossalmente se il governo Merkel fosse ancora il padrone assoluto della UE, il compromesso sarebbe vicino. Ma sono proprio i governi e i partiti fratelli della Lega di Salvini i più duri contro l’Italia. E siccome questi governi e questi partiti di destra hanno un peso sempre maggiore nella UE, ed il loro avversario Macron compete con loro sul loro stesso terreno, ecco che dare un lezione all’Italia diventa un terreno ove mostrare chi è più forte. Così come fermare i migranti, anche dire stop alle spese folli degli italiani è diventato un vanto, ove ogni governante mostra quanto sia più duro degli altri.
Per una sorta di legge del contrappasso il governo gialloverde paga nella UE l’affermarsi delle idee e dei comportamenti di cui va più fiero Salvini.
A questo punto è difficile prevedere se lo scontro governo italiano-UE continuerà, o se alla fine ci sarà un compromesso nel nome della continuità delle politiche liberiste che entrambi i contendenti praticano. In ogni caso siamo di fronte allo scontro tra due diverse destre economiche e politiche, che configgono nel nome degli stessi valori di fondo e degli stessi programmi di privatizzazioni e tagli allo stato sociale.
Per rompere la gabbia del liberismo, nel nome della giustizia e dell’eguaglianza sociale, è più che mai necessario essere contro il governo e contro la UE.
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