di Giorgio Cremaschi
Matteo Renzi - nell’intervista a La Repubblica dove cerca di spiegare le ragioni, a noi umani di difficile comprensione, della sua scissione dal PD - lamenta di essere accomunato troppo all’altro Matteo, assicurando sdegnato di essere diverso dal capo leghista. Ed invece no, sono proprio uguali. E non solo per il narcisismo e l’io ipertrofico che li guidano, per essere stati letteralmente inventati e poi gonfiati a dismisura dai mass media, per l’uso spregiudicato e carognesco dei social. Matteo Renzi e Matteo Salvini hanno la stessa natura così come la stessa funzione. Che è quella di spostare sempre più a destra la politica italiana. Il primo trascinando il campo di quella che una volta era la sinistra verso il liberismo più sfacciato e feroce, di cui il jobsact è simbolo e vergogna permanente. Il secondo facendo emergere nella destra il fascismo ed il razzismo assopiti, di cui il decreto sicurezza è bandiera infame.
Entrambi contribuiscono a degradare la politica del paese, cioè il paese stesso: immaginatevi un’alternanza politica di governo tra i due Matteo, cosa resterebbe in piedi di civile in questo scenario da incubo? Tuttavia bisogna anche tenere conto che proprio la natura dei due Matteo unisce la pulsione distruttiva con quella autodistruttiva: non riescono a far danno agli altri senza prima o poi farlo anche a se stessi. Ed è su questo che bisogna contare ed agire per liberare la politica italiana da questo abbrutimento. Certo non sarà la soluzione dei problemi, ma una politica senza i gemelli Matteo sarà sicuramente migliore.
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