IL REGIME DEI PADRONI


di Giorgio Cremaschi


C’erano proprio tutti alla Scala di Milano nello sfacciata e spocchiosa assemblea dell’Assolombarda di Milano, la prima associazione padronale del paese. Il sindaco imprenditore Sala, la presidente berlusconiana del Senato Casellati, il capo del governo amico di Trump e Ursula von der Leyen, Conte, ministri parlamentari sottosegretari portaborse, di governo e di opposizione. E a mettere il supremo sigillo a tutta la compagnia c’era il presidente della Repubblica Mattarella, che di questi eventi non se ne perde uno.


Quando il mercato, gli affari ed il privato si impadroniscono della cosa pubblica, allora le associazioni private per gli affari, perché questo è Assolombarda, diventano istituzioni pubbliche e per loro si sfoggiano le fasce tricolori.


È la classe dirigente che si manifesta nel senso più marxiano del termine, il sistema politico che si riduce a comitato d’affari della borghesia.


Nel corso degli interventi con i quali i leader dei padroni, pardon imprenditori, hanno arringato i massimi rappresentanti delle istituzioni, benevolmente attenti, non si è sentito nominare, Whirlpool, Embraco, Pernigotti, Bluetech, le tante aziende dove l’unione sacra di politica ed imprenditoria ha prodotto immani disastri. Nè i problemi ambientali dell’Ilva e del paese, nè i morti di lavoro sempre più numerosi, né la tanta corruzione ed evasione normativa e fiscale. La sola azienda nominata è stata Alitalia, per dire che bisogna chiuderla, come ha già tentato di fare la crema degli industriali italiani, chiamata a gestirla e fallita clamorosamente.


I padroni, pardon gli imprenditori, hanno rivendicato più soldi per sé e meno per tutti gli altri, chiedendo di tagliare la spesa pubblica e di abolire subito reddito di cittadinanza e quota cento. I lavoratori devono andare in pensione a settant’anni, così le aziende a cinquanta li licenziano e poi li possono sfruttare per un tozzo di pane.


Naturalmente i padroni, pardon imprenditori, hanno chiesto meno tasse e subito Conte li ha rassicurati: mai farà una patrimoniale.


L’assemblea dell’Assolombarda a Milano per sfarzo, arroganza e discorsi richiamava l’Italia sabauda di fine 800, invece era in pieno ventunesimo secolo. A questo ci hanno portato decenni di regressione e servilismo della politica verso imprese ed affari. A sventolare il tricolore alla Scala sopra il regime dei padroni.

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