di Giorgio Cremaschi
Sarà un caso, non lo è naturalmente, ma da quando John Elkann Agnelli ha preso possesso definitivo di Stampa e Repubblica, con relative nomine di direttori di famiglia, questi due giornali sono diventati i portavoce dei più aggressivi falchi dell’amministrazione USA e della NATO. E della loro campagna guerrafondaia contro la Cina e la Russia.
In particolare Repubblica fa un inserto mediatico speciale contro la Cina, dove sue ex illustri firme raccolgono tutta la feccia dei deliri di Trump. Sì proprio quelli di un presidente che nasconde, dietro alle accuse alla Cina, le immani colpe sue e del suo sistema sui 100000 morti già provocati nel suo paese dal Covid, sui 50 milioni di persone senza assistenza sanitaria, sui 30 milioni di disoccupati. Questo mentre a Wall Street la speculazione finanziaria dilaga e gli amici vecchi e nuovi di Trump intascano miliardi. Tra gli amici nuovi c’è evidentemente la famiglia Elkann Agnelli, i cui affari americani sono sempre più importanti per il bilancio di casa, casa che come sapete paga (?) le tasse in Olanda e Gran Bretagna. La famiglia ha probabilmente deciso che le conviene stare nel solco del presidente USA, così i suoi giornali italiani si schierano con Salvini e Meloni, anzi li scavalcano a destra. Del resto la grande stampa italiana lo ha già fatto sul Venezuela e su ogni scenario nel quale si trattasse di sostenere le fakenews della CIA e della NATO. È la funzione in Italia dei grandi editori, quelli che la pubblicità di Berlusconi esalta come unici depositari della verità. D’altra parte La Repubblica è sempre stato un giornale liberista di destra, la cui collocazione in un altro campo è però ben servita a costruire una sinistra finta.
Gli operai di Torino chiamavano la Stampa “la busiarda”, ora il termine può essere volto al plurale e con la campagna filo Trump di Repubblica possiamo dire: LE BUSIARDE.
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