La Banca Centrale Europea ha deciso di alzare di 50 punti il tasso di sconto, cioè di aumentare in proporzione i guadagni di banche e finanza a danno di tutto il resto dell’economia.
È la scala mobile dei banchieri che, mentre si indignano se i lavoratori chiedono di indicizzare i salari per tenerli al passo dell’inflazione, applicano ai propri guadagni un rigido meccanismo automatico di rivalutazione.
C’è però un elemento di follia che si aggiunge a questa scelta di ottuso liberismo finanziario.
Di solito le strette finanziarie si sono fatte quando l’economia era in crescita, ora invece tutta l’Europa sta entrando in recessione per la guerra.
Quindi l’aumento del prezzo del danaro, il fatto che le banche strozzeranno il credito, precipitano su un sistema produttivo che già comincia a fermarsi.
Avremo quindi crisi su crisi, tanti disoccupati in più e tanti nuovi tagli ai servizi sociali. Insomma sarà ancora peggio per lavoratori e poveri in tutta Europa. E ancora più in Italia, ove non a caso la Borsa è crollata di più e lo spread è balzato in alto.
Il governo Meloni ha balbettato qualche disappunto, ma dovrà solo ubbidire ai vincoli dell’austerità, come ha già fatto con questa finanziaria.
Certo sarà ancora più complicato licenziare dal reddito di cittadinanza, tra qualche mese, seicentomila persone , affermando che possono trovare lavoro. Avremo centinaia di migliaia di nuovi disoccupati che si aggiungeranno ai tre milioni che già ci sono oggi, allora che lavoro troveranno quelli senza reddito?
Nessuno.
Si chiudono gli ospedali per sostenere i profitti della finanza e naturalmente continuare a spendere miliardi in armi . E tutto questo viene chiamato rigore economico, mentre le valige di soldi del Qatar mostrano che il rigore vero quello che servirebbe, nella UE non c’è.
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