È questa una delle tante giustificazioni (passatemi il termine) che si portano per respingere il memorandum italo-cinese sulla Belt and Road.
Ma, anche in questo caso, è facile capire come si tratti solo di fumo sparso per nascondere il cuore politico dell'opposizione: il no a qualunque iniziativa autonoma non gradita sulle rive del Potomac.
Semplicemente perché il problema del furto dei nostri porti non si pone. Basta ricordare ad esempio che a Genova il Voltri Terminal Container è in concessione ad una società che vede la partecipazione dell'autorità portuale di Singapore. E poi ci sono i tedeschi di Amburgo che, attraverso Contship, hanno le mani sui terminal di La Spezia, Gioia Tauro e Cagliari. Insomma, le bandierine straniere sui nostri porti ci sono, e da molto tempo.
Diego Angelo Bertozzi
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