Afghanistan e Via della seta... Washington permettendo

di Diego Angelo Bertozzi

Si fa sempre più evidente e globale l'opposizione degli Stati Uniti alla cinese Belt and Road Initiative. Lo dimostra quanto accaduto recentemente in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in occasione del voto per l'estensione del mandato della missione in Afghanistann (UNAMA). Washington ha infatti impedito che nella risoluzione (venisse fatta esplicita menzione della Belt and Road in riferimento alla ricostruzione delle infrastrutture del Paese. Le risoluzioni di estensione del 2016 e del 2017, invece, citavano espressamente l'iniziativa cinese.

Da tempo Kabul mostra forte interesse per gli sviluppi della Bri, nello specifico nei confronti del Corridoio economico Cina-Pakistan (progetti per 60 miliardi di dollari), come possibile via per tornare a rappresentare un centro di collegamento commerciale tra l'Asia meridionale, centrale, orientale ed occidentale.

Il 2016 si è rivelato, in questo senso, particolarmente importante: oltre alla firma del Memorandum of Understanding tra Kabul e Pechino, è giunto nella città afghana di Hairatan, partendo dai dintorni di Shanghai, il primo treno merci cinese al termine di un viaggio durato due settimane e lungo tremila chilometri, attraverso Kazakistan e Uzbekistan. L'anno successivo Kabul ha fatto ingresso nella Asian Investment Infrastructure Bank, mentre nel 2018 ha ospitato il Forum dei sindaci delle città lungo la Via della seta".


Oltre a questo la stabilizzazione dell'Afghanistan è una priorità per Pechino, proprio per non creare problemi lungo una asse fondamentale della Belt and Road. Lo ricorda un rapporto dell'European Council on Foreign Relations: "la principale preoccupazione di Pechino è che la violenza terroristica in Afghanistan non si riversi soprattutto nel Pakistan - mettendo in pericolo il corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC), il suo progetto di punta BRI in Pakistan - o in Asia centrale". E' questo quadro che determina l'approfondimento della collaborazione sul fronte sicurezza tra i due Paesi, anche sotto forma di pattugliamenti congiunti tra forze di polizia lungo il confine. Significativa è la nomina, avvenuta nel gennaio del 2018, di Liu Jinsong ad ambasciatore della Repubblica Popolare in Afghanistan, perché si tratta di un ex direttore del Silk Road Fund, creato appositamente da Pechino per finanziare i progetti lungo le nuove vie della seta.

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