"Un'Europa diversa è possibile?". Seconda Parte

- Quanta responsabilità hanno in questo i mezzi d'informazione?

"Enorme. Io ho iniziato ad aprire gli occhi sulla situazione attuale attraverso i siti ed i blog indipendenti. I giornali, soprattutto in Italia, scrivono quello che garantisce loro il finanziamento pubblico. Ed il risultato è che siamo al 57° posto per la libertà di stampa".

- Governi contro il popolo in una situazione sociale esplosiva in cui la sensazione che il tempo a disposizione inizia a diminuire. La disoccupazione in Grecia, Spagna, Portogallo ed Italia viene aggiornata come un bollettino di guerra e secondo un rapporto recente Oxfam nel 2025 in Europa ci saranno 25 milioni di poveri in più a causa dell'austerità. Quanto tempo abbiamo ancora?

"L'Europa come dicevamo è nata per garantire valori alti: pace, prosperità dei popoli, crescita e stabilità. Di questi al momento è rimasta sola la pace sociale. Per quanto potrà durare? Non lo so, ma se penso che oggi un padre con due figli sa che almeno uno dei due non lavorerà per un periodo indefinito la rottura del tessuto sociale può avvenire da un momento all'altro. E non solo in Grecia, che viene spesso utilizzata come un esempio lontano dalla nostra realtà, in Italia già oggi ci sono otto milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà".

- Oggi Papa Francesco si sta impegnando per diffondere l'idea che senza una rivoluzione spirituale profonda l'occidente non sarà in grado di risollevarsi. E' quella la strada?

"Il Papa si sta dimostrando un grande innovatore e sta portando elementi di grande cambiamento all'interno della Chiesa. E' incredibile quello che sta facendo se lo paragoniamo all'immobilismo del nostro governo. Possiamo sicuramente dire che la presenza del nuovo Pontefice, assieme a quella del Movimento Cinque Stelle (nato proprio il giorno di San Francesco) sia la cosa migliore capitata all'Italia nell'ultimo anno. Ma la spiritualità deve essere bilanciata con le esigenze materiali delle persone e questo richiede che i governi prendano coscienza del fatto che le loro politiche sono un fallimento e che stanno portando l'Europa in un circolo vizioso senza uscita. E se non lo fanno devono essere mandati tutti a casa..."

- Per concludere, da Filosofo del diritto ci può consigliare un testo o un autore del passato che ci possa aiutare a comprendere meglio la fase politica della modernità?

"Ho passato tutta la vita a studiare gli autori tedeschi, in particolare Hegel, ma se dovessi fare un nome oggi consiglierei Jean-Jacques Rousseau, ed in particolare il suo "Contratto sociale", in cui si ritrovano spunti di riflessioni modernissimi sulla partecipazione politica dei cittadini e sulla democrazia diretta. Per quel che riguarda la modernità, vorrei piuttosto sottolineare una mancanza: mentre se ne trovano in quantità sconfinata per gli altri mezzi di informazione, ci sono ancora pochi studi filosofici sul fenomeno della rete e, in particolare, su come possa essere utilizzata, riprendendo quanto scritto da Pierre Lévy, per il passaggio dalla politica "muscolare" a quella "molecolare". Lo schema amico-nemico su cui si fondava schmittianamente la categoria del politico può oggi essere superata grazie alla rete".

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