I veri eversivi sono loro, non chi li contrasta


di Alessandro Bianchi

Eversione
, squadrismo, Goebbels, fascismo, pensiero unico che si vuole imporre con la forza. In tanti si sono affannati a spiegarci i rischi di una potenziale deriva assolutista dopo le modalità di opposizione scelte dal Movimento cinque Stelle contro il decreto di Bankitalia. Non vogliamo soffermarci sul merito di quest'atto redatto dal banchiere Saccomanni il 19 novembre scorso, quando il paese era distratto dalla decadenza di Berlusconi, e convertito la scorsa settimana da quel simulacro di democrazia che è oggi il Parlamento italiano, attraverso la “ghigliottina” della presidentessa Laura Boldrini. Le parole del Prof. Nino Galloni all'Antidiplomatico e l'ipocrisia di quel meraviglioso partito che è il Partito Democratico, il quale definiva “anti-democratico” il tentativo di applicare la “ghigliottina” nel 2009 da Fini e “sovversivo delle istituzioni democratiche” la reazione di protesta di oggi del M5s, non meritano altri commenti.
Il tema che vorrei affrontare è più generale e riguarda l'enorme confusione sul momento storico che stiamo vivendo. A coloro che utilizzano verso il Movimento cinque stelle tutti quei termini che ho ricordato all'inizio, vorrei inizialmente dire che la nostra società non rischia affatto una deriva assolutista in un nuovo pensiero unico. In un regime del genere ci viviamo già da tempo e, per chi facesse finta di non accorgersene, si tratta del pensiero unico neo-liberista imposto dai grandi poteri finanziari internazionali, con i partiti tradizionali e l'informazione a loro asservita che l'alimentano, come bravi e diligenti gerarchi, ogni singolo giorno. Luciano Barra Caracciolo, un giudice del Consiglio di Stato, non un brigatista, un grillino o un eversivo populista, illustra in modo magistrale nell'intervista che ci ha rilasciato recentemente le principali tappe attraverso cui l'ordoliberismo è riuscito a scavalcare le Costituzioni ed imporsi al di sopra delle istituzioni democratiche. Una lettura dei suoi scritti più recenti su Orizzonte 48 potrebbe aiutare a comprendere meglio la realtà che stiamo vivendo e di come le varie organizzazioni internazionali del Washington consensus regolino ogni aspetto della vita – crisi - delle popolazioni.
A coloro che utilizzano verso il Movimento cinque stelle tutti quei termini che ho ricordato all'inizio, vorrei poi ricordare come la responsabilità principale di questa trasformazione è di quei partiti “socialisti” - le virgolette sono al profondo rispetto che nutro per il pensiero socialista sorto dalle lotte sindacali di fine ottocento ed inizio novecento - che, paradossalmente, si sono rilevati i difensori più strenui dei valori reganiani e thatcheriani all'origine di quest'imposizione dittatoriale silenziosa che vede nella troika di oggi solo l'ultima drammatica manifestazione. Non si rischia affatto la degenerazione in un pericoloso pensiero unico, ci viviamo già. E c'è chi l'accetta, chi l'alimenta e chi vuole contrastarlo: il momento storico è epocale ed ognuno è chiamato ad una scelta.
In Italia, il Movimento 5 stelle rappresenta per molti versi l'ultima speranza. In vista delle elezioni europee è, a mio avviso, necessario un programma più coraggioso ed un'aspirazione più alta. Con 125 miliardi per i prossimi 5 anni da erogare al Mes e la macelleria sociale imposta per restare in un sistema valutario economicamente insostenibile come è di fatto la zona euro, non c'è più tempo. E' chiaro che la posta in gioco decisiva per il futuro del nostro paese non sia oggi la sorte delle pensioni d'oro, la lotta alla casta ed alla corruzione - tutte questioni moralmente deprecabili e che dovranno essere affrontate con estrema forza in una fase successiva di ricostruzione dalle macerie che ci lascerà il neo-liberismo – ma gli sforzi maggiori devono essere focalizzati nel ripensare completamente il nostro futuro con Bruxelles, Berlino e Francoforte.
Senza la possibilità di poter utilizzare lo strumento della politica fiscale - imposta da Bruxelles da ultimo con il Patto di stabilità ed il Fiscal Compact - della politica monetaria - imposta a Francoforte dalla Bce con una logica suicida che ha portato il continente al collasso deflattivo - della politica valutaria - imposta da Berlino con l'ancoraggio al marco che facilita le sue esportazioni e deprime in modo irreparabile quelle di tutti gli altri - e, se vogliamo anche della politica industriale - dato che il vincolo esterno dell'euro ha imposto una deindusrializzazione pressochè totale al nostro paese - è chiaro come ai governi italiani non resti l'autonomia decisionale su nessuna delle tradizionali prerogative di un esecutivo di uno Stato sovrano. A Roma non siedono null'altro che vicerè più o meno zelanti di decisioni prese da altri.
Il primo passo deve essere quindi quello di informare correttamente un'opinione pubblica “drogata” da anni di assopimento intenzionale di “criminali” seriali dell'informazione. E lo si deve fare attraverso una chiara presa di posizione sulle priorità immediate da seguire. Da questo punto di vista, a mio avviso, il Movimento cinque stelle avrebbe dovuto e potuto far sentire la sua voce in modo più deciso e determinato sulle vicende europee. Detto questo bisogna essere ben consapevoli della portata della crisi in corsa e del fatto che Syriza in Grecia, il Movimento cinque stelle in Italia, gli Indignados in Spagna, “Che si fotta la troika” in Portogallo e in generale tutti gli altri movimenti dal basso similari nati ed affermatesi a seguito dell'immane crisi sociale nel continente rappresentano oggi l'ultimo bastione “democratico” rispetto all'ascesa di quei partiti fascisti - in senso storico - che la dittatura neoliberista, alimentata e sostenuta dai partiti socialisti, sta drammaticamente avvicinando al potere.
Mentre dagli Emirati il nostro premier si vanta in modo tragicomico con un'emittente araba che la crisi è ormai alle spalle e cerca di elemosinare capitali da quelle regioni promettendo nuove privatizzazioni o svendite, Krugman, Stiglitz e De Grauwe - non esattamente grillini o eversivi populisti, ma due premi nobel per l'economia americani ed il massimo esperto di politica moentaria europea - hanno dichiarato a più riprese come le autorità governative europee hanno gestito la crisi attuale peggio degli anni'30. Una grande impresa non c'è che dire. E conosciamo bene cosa accadde poi a livello politico all'epoca...
La domanda da porsi ora in modo più strutturato è quali armi utilizzare per contrastare coloro che utilizzano verso il Movimento cinque stelle tutti quei termini che ho ricordato all'inizio e che fanno finta di non capire di vivere in un regime dittatoriale che ha affamato intere popolazioni e che vede nella troika la sua ultima tragica rappresentazione. La risposta è, secondo me, attraverso un programma economico che rimetta al centro della società una forma di capitalismo sano come quello in vigore ad esempio negli anni '60, con uno Stato fortemente interventista e che eroghi i servizi minimi essenziali a tutta la popolazione; che abbia alle sue dipendenze una Banca centrale in grado di sostenere, e non come oggi speculare, il suo debito; che limiti fortemente l'afflusso dei capitali finanziari internazionali; che utilizzi una propria valuta nazionale e non il lavoro per il riequilibro della bilancia commerciale; che, infine, investa, attraverso l'utilizzo della spesa pubblica per raggiungere la piena occupazione. Uno Stato, in ultima analisi, che rilocalizzi l'economia e globalizzi la solidarietà: viviamo in una fase storica in cui alcune questioni fondamentali come il riscaldamento climatico, l'approvvigionamento energetico, l'accesso all'acqua di intere popolazioni e la gestione dei flussi migratori, per far solo alcuni esempi, dimostrano come l'umanità o si salva tutta o non si salva. La globalizzazione finanziaria ha portato il mondo sull'orlo del collasso, quella della solidarietà dovrà trovare delle risposte condivise per salvarlo.
Con questo programma stiamo parlando dell'opposto esatto di quello che il pensiero unico neoliberista ci ha imposto negli ultimi anni: privatizzazioni selvagge, abbattimento della spesa pubblica, macelleria sociale ed in generale quel circolo vizioso di deflazione, disoccupazione di massa e debito pubblico fuori controllo. A chi ha giovato tutto questo? A quelle corporazioni finanziarie e commerciali che lucrano sui debiti statali e si appropriano dei “gioelli” che vengono privatizzati-svenduti. E mentre i vari Letta, Monti, Saccomanni e domani Renzi portano avanti queste politiche come semplici valvassori di Bruxelles e dei reali poteri forti che gestiscono il comando delle operazioni, la gente muore. Si con la crisi la gente muore ed i dati non solo in Grecia, ma in tutta l'Europa meridionale, Italia compresa, sono drammatici. Non c'è più l'olio di ricino, ma con l'austerità gli effetti sono similari.
I nuovi eversivi della nostra epoca ed i nuovi fascisti sono loro. Porteranno per sempre la responsabilità storica di aver calpestato la Costituzione nata dalla resistenza al nazi-fascismo, garante per decenni di uno sviluppo equilibrato, di grandi conquiste nel campo dei diritti sociali e di una costante redistribuzione del reddito per l'intera popolazione. I veri eversivi sono loro, non chi li contrasta...

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