DIO ROVESCIA DILMA IN BRASILE


di María Martín* - brasil.elpais.com, 18 aprile

Gran parte dei deputati che ieri hanno votato per l'impeachment della presidente Dilma Rousseff sembravano aver dimenticato le reali motivazioni che erano in discussione. Tanti deputati hanno difeso la necessità dell'Impeachment della presidente Dilma agitando le più diverse ragioni: "Per mia moglie Paula", "per mia figlia che sta per nascere e per mia cugina Helena", "per mio nipote Gabriel", "per mia zia che ha avuto cura di me quando ero bambino", "per la mia famiglia e la mia regione", "per Dio", "per i militari del 1964", "per tutti gli evangelici", "per l'anniversario della mia città'", "per la diffesa del nostro petrolio", "per gli agricoltori" e persino "per gli assicuratori brasiliani".
Molto indietro sono rimaste le "pedalate" fiscali e i crediti supplementari, le vere questioni all'ordine del giorno totalmente dimenticate da questi nobili deputati. Esaltati davanti al microfono, hanno approfittato di ogni secondo di gloria a disposizione, che, a molti di loro, veniva offerto per la prima volta e, forse, per l'ultima. Approfittando della loro partecipazione in diretta al programma televisivo della diva brasiliana "Xuxa", hanno inviato affettuosità "immortali" alle loro mamme, ai mariti, agli amanti, ai cugini, agli antenati, ai vicini, agli amici e ai portieri.
Difendendo la famiglia, la proprietà privata, Dio e la dittatura militare, hanno mostrato la vera faccia di un Congresso che è il più conservatore a partire dal 1985 lasciando intendere che nessuno di loro aveva letto la relazione con i fondamenti giuridici a dimostrazione del crimine di responsabilità nei confronti di Dilma, o, per lo meno, che nessuno di loro si è sforzato di dimostrarlo.
Raramente è stato possibile sentire una dedica a un'istruzione di qualità, alla salute, ai disoccupati e alle minoranze, tra quelli che erano a favore del "sì". Alcuni, come Atila Lins (PSD / AM), aveva preoccupazioni più astratte e ha votato a favore dell'impeachment "per ristabilire il contatto con la storia". Altri, come Thiago Peixoto (PSD / GO) ha usato motivi più personali per sostenere l'impeachment, "Voto sì per mia figlia che sta per nascere, per mia nipote Elena e tutti i broker assicurativi del Brasile". Da parte sua, Jair Bolsonaro (PSC-RJ), sempre al limite, ha dedicato il suo voto al colonnello Ustra, leader del Doi-Coi di San Paolo (uno dei maggiori centri di tortura della dittatura civile-militare), riconosciuto come un torturatore dalla giustizia brasiliana.
I voti, a quanto pare, hanno avuto anche l'intenzione di prevenire mali maggiori. I deputati hanno espresso la loro difesa dell'impeachment per evitare che "i bambini imparino l'educazione sessuale nelle scuole" , per "porre fine al sindacato unitario dei lavoratori e ai loro accoliti farabutti", per "la fine del non far niente pagato" e, soprattutto, per la fine della corruzione, dimenticando che circa il 60% dei presenti in Aula, compreso il presidente Eduardo Cunha, hanno cause pendenti in tribunale.
Dio, onnipresente in un voto che non aveva nulla che fare con gli insegnamenti biblici, è stato invocato e addirittura pregato di prendere il comando una volta che Dilma sarà caduta e per far cadere la presidente le famiglie dei parlamentari sono sembrate essere più motivanti di qualunque prova. Non c'è da stupirsi in un parlamento pieno di fondamentalisti religiosi e che ha la più alta percentuale di familiari di altri politici dalle elezioni del 2002.
Un nepotismo rivelato dal vedere il 49% dei membri dell'attuale Congresso con padri, nonni, madri, mogli o fratelli impegnati nella politica, secondo uno studio dell'Università di Brasilia.
È il più alto tasso di nepotismo nelle ultime quattro elezioni.
Dopo quasi cinque ore di voto, Dio e i nipoti dei deputati hanno rovesciato il presidente del Brasile.
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P.s. Nel video qui sotto, potete "apprezzare" le dichiarazioni di voto di chi in Parlamento ha deciso per l'impeachment (golpe morbido) contro Dilma: si inneggia alle famigerate dittature del passato e perfino al Torturatore Ustra.
L'elemento più triste di tutta la vicenda golpe in Brasile in corso è che in Italia, Fatto Quotidiano in primis, chi si autodefinisce "fonte d'informazione" ha cavalcato tutto questo scempio. E' la democrazia, bellezza.


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