Chi desidera un governo genuinamente di sinistra deve votare Leave, ossia per la cosiddetta Brexit. Questa l’opinione del parlamentare inglese del Labour Party, Graham Stringer, che come tante organizzazioni e personalità della sinistra britannica sostiene le ragione dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Secondo Stringer la permanenza del Regno Unito in questa Unione Europea sarebbe un grosso ostacolo per la formazione di un governo progressista, ragion per cui «se vogliamo davvero un futuro progressista per il Regno Unito, dobbiamo collettivamente e insieme votare per il Leave».
Il parlamentare britannico denuncia la reale natura dell’Unione Europa, che è ben differente da come la descrivono i media mainstream: «A dispetto di quanto ascoltiamo, l’Unione Europa non è un’organizzazione progressista. Si tratta di un club progettato e gestito da élite politiche non elette che non possiamo rimuovere. Opera in favore delle grandi multinazionali e non dei popoli. Si basa sull’ideologia economica neoliberista che richiede obbedienza verso le esigenze di una moneta unica, a scapito delle condizioni sociali locali».
Dopo aver spiegato in maniera concisa ma efficace la natura dell’Unione Europea, Graham Stringer, spiega perché la permanenza sarebbe un grosso limite per un eventuale futuro governo laburista: «L’UE è un male per i lavoratori e per un futuro governo laburista. Se restiamo in Europa, un futuro Primo Ministro del Labour dovrebbe dimenticare di poter realizzare i progetti di rinazionalizzazione delle ferrovie e della Royal Mail, così come di fissare un limite ai prezzi dell’energia. Queste azioni sono considerate pratiche illegali dalle leggi comunitarie, e nei fatti, l’UE sta portando avanti in questo momento politiche volte a imporre la privatizzazione delle ferrovie, simili a quelle dei Tory».
«L’Unione Europea penalizza l’industria pesante e la produzione, gli operai e la classe lavoratrice, in favore del comparto dei servizi e del settore finanziario. La recente crisi di Tata Steel ha mostrato la nostra impossibilità di fornire supporto alla nostra base industriale. Il governo non è potuto intervenire per offrire un adeguato sostegno finanziario al fine di nazionalizzare la società. Se avesse provato a farlo, sarebbe stato sanzionato e multato dalla UE».
Le conclusioni sono ovvie, «l’Unione Europea non può essere riformata». L’invito è guardare a quanto accaduto in Grecia, dove «un governo di sinistra democraticamente eletto è stato costretto a piegarsi alla volontà di Bruxelles e dell’Unione Europea. Invece di implementare politiche che avrebbero potuto aiutare il popolo, è stato costretto a imporre tagli drastici e austerità al paese».
«Se rimaniamo nell’Unione Europa - spiega Stringer - il prossimo governo laburista avrà le mani legate dietro la schiena», quindi per il parlamentare schierato su posizioni opposte rispetto alla maggioranza del suo partito, questo è «il momento di affrontare i fatti e votare per lasciare l’Unione Europa. Il Labour deve ritornare alle proprie radici e propugnare politiche democratiche e progressiste che proteggano i lavoratori e ci diano la possibilità di lavorare per un cambiamento reale».
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