Quando gli Usa nel 2003 "liberarono" l''Iraq da Saddam e dalle sue trovate "armi di distruzione di massa", le immagini di pochi manifestanti che distruggevano una statua del satrapo deposto fecero il giro del mondo: una scenografia perfetta per dimostrare che l'intervento armato aveva risposto ad una inequivocabile richiesta di libertà.
Ora lo stesso occidente, posto di fronte ai filmati che descrivono una popolazione di Aleppo accogliere festante o almeno con sollievo l'esercito siriano e alleati dopo un lungo periodo di occupazione jihadista/qaedista, da una parte tenta di oscurare e dall'altra diffonde la narrazione di civili vittime di governativi e russi e oggetto della bieca propaganda di Assad e Putin.
Diego Bertozzi
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