Una strage accidentale, così almeno sembra, ha inaspettatamente amareggiato il Natale per moltissime famiglie oltre quelle già tormentate da guerra e povertà estrema: la caduta dell’aereo che portava in Siria il coro russo dell’Aleksandrov Ensemble, ovvero il famoso coro dell’Armata Rossa.
Se di incidente si è trattato, colpevole è solo la feroce ironia del destino che evidentemente ha deciso che alla martoriata Siria non dovesse arrivare neanche un momento di leggerezza attraverso l’armonia della musica.
Qualcuno dirà che il famoso coro serviva una delle parti in conflitto e liquiderà il tutto con un “va bene così”.
Qualcun altro dirà che di fronte a tanto sangue versato in Siria (e non solo) la perdita di 93 persone rientranti nella categoria dei privilegiati è piccola cosa. Forse. Se ci serviamo dell’aritmetica per pesare il dolore è vero.
Ma se consideriamo che ogni vita vale una vita e che la morte si può accettare solo se arriva per cause naturali, non è così. Altrimenti lo stillicidio di vite di giovani palestinesi eseguito più o meno giornalmente da Israele non dovrebbe neanche toccarci, visto che ogni giorno muoiono molte più persone o per fame o per bombe o per fuga verso paradisi sognati.
Allora, mentre riteniamo giusto esprimere cordoglio alle famiglie dei musicisti, dell’equipaggio e di tutte le vittime del Tu 154 precipitato nel Mar Nero poche ore fa, resta da sperare che si apra subito un’inchiesta seria per stabilire le cause dell’incidente troppo prontamente classificate come puramente accidentali. Non per ritorsioni o feroci rappresaglie in stile israeliano nei confronti di eventuali responsabili, ma perché il mondo effettivamente sappia chi mina ogni forma di azione pacifica anche quando questa tenta di esprimersi in un teatro di guerra con tutti i rischi che ne conseguono. Proprio per questo non fa male ricordare che il Coro annientato stamattina nel Mar Nero rappresentò durante la seconda guerra mondiale un simbolo di resistenza e di lotta contro l’occupazione nazista.
L’inchiesta, speriamo, saprà far luce su questa tragedia e stabilire se c’è collegamento con altri fatti tra cui l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara e quindi, in quel caso, si entrerebbe nel campo della strage voluta, o se di puro incidente si è trattato.
Patrizia Cecconi,
25 dicembre 2016
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