I curdi di Siria si schierano perfino con il regime saudita


di Omar Minniti


Amicus meus, inimicus inimici mei. Il nemico del mio nemico è mio amico. Dando ennesima dimostrazione di un utilitarismo cinico e spregiudicato, le milizie curde di Siria non esitano un attimo ad incunearsi nello scontro in seno al "fronte sunnita", che vede contrapposti Arabia Saudita e Qatar con rispettivi alleati al seguito.


Se Erdogan prende posizione a favore del regime di Doha, restando fedele agli storici legami sotto l'ombrello della Fratellanza Musulmana, le YPG intensificano i rapporti con Riad. Le truppe del "sultano" entrano in Qatar, per fungere da deterrente in caso di attacco degli ex alleati del Golfo. E, proprio in quel momento, i rappresentanti delle milizie della Rojava volano a Washington a concordare con i sauditi i termini della presa di Raqqa, capitale del califfato dell'Isis.

Ilham Ahmed, co-presidente del Consiglio Democratico Siriano, braccio politico delle Forze Democratiche Siriane di cui fanno parte i battaglioni curdi, ha coordinato la delegazione negli Usa ed ha espresso una forte apertura verso i regnanti wahabiti. "L'Arabia Saudita è una potenza importante nella regione e deve esercitare il suo ruolo nel promuovere la stabilità in Siria. Siamo pronti a collaborare con l'Arabia", ha dichiarato.

Riad non si è fatta certo pregare ed ha risposto con una massiccia campagna sui social media a favore dell'indipendenza curda. E' stato lanciato l'hashtag #SaudiWithKurdistan. Del resto, a sostegno della creazione di un'entità curda autonoma nei territori di Siria ed Iraq, si era espresso a favore lo stesso sovrano Salman, i cui emissari hanno già incontrato più volte esponenti curdi.

Qualcosa lascia intendere che la luna di miele tra sauditi e YPG abbia influito in qualche modo sulle operazioni in corso a Raqqa. Dove i curdi ed i loro alleati stanno avanzando ma senza infliggere gravi perdite all'Isis. Il generale Sergei Surovikino, comandante delle forze russe in Siria, ha denunciato: "Invece di eliminare i terroristi, responsabili della morte di centinaia di migliaia di civili siriani, la coalizione diretta dagli Stati Uniti e le Forze Democratiche Siriane hanno trovato un’intesa con i capi di Daesh - ha aggiunto l'alto ufficiale - che lasciano senza combattere le postazioni che avevano occupato per andare nelle province dove operano le truppe del governo siriano".



Qualcuno ha fatto da tramite in queste trattative con i tagliagole? C'è lo zampino di Riad?

Le milizie curde di Siria, che continuano ad essere considerate fashion da gran parte della sinistra occidentale, non sono nuove a spericolate alleanze internazionali. Nonostante le YPG siano una filiazione del PKK di matrice marxista, negli ultimi anni sono diventate l'interlocutore privilegiato degli Usa, operando di fatto come la fanteria di quest'ultimi. Almeno tre basi militari di Washington sono state realizzate illegalmente sul suolo siriano, proprio nelle aree controllate dai curdi. Inoltre, Israele è tra i fan più accaniti del "confederalismo democratico e socialista" propugnato dalle YPG. Solidale con il separatismo curdo, mentre reprime nel sangue ogni aspirazione di sovranità dei palestinesi.

Adesso la causa del Kurdistan diventa popolare anche presso la corte fondamentalista di Riad, in barba al tanto decantato femminismo militante delle guerrigliere della Rojava. E' la logica del nemico del mio nemico, con i curdi individuati come strumento utile a frammentare la Siria e l'Iraq su basi etniche e confessionali e lanciare un monito alla stessa Turchia.


Fonti:

http://www.awdnews.com/top-news/saudi-arabia-supports-iraqi-kurdistan-independence
http://www.kurdistan24.net/en/news/b341be09-9be6-4707-bdfb-dc4d7fd68ed4
http://aranews.net/2017/06/after-turkeys-decision-to-deploy-troops-in-qatar-syrian-kurds-express-willingness-to-cooperate-with-saudi-arabia/
https://ruskarec.ru/news/2017/06/09/komandant-ruskih-snaga-u-siriji-optuzhio-koaliciju-sad-za-dogovor-sa-id_780047

Le più recenti da WORLD AFFAIRS

On Fire

Quello che ho visto durante la manifestazione per la Palestina del 5 ottobre

di Agata IaconoSono andata alla manifestazione per la Palesina a Roma il 5 ottobre. Volevo fare sentire anch'io la mia infinitesimale voce, presenza, vicinanza, al popolo palestinese dopo un anno dal più...

Emmanuel Todd a l'AntiDiplomatico: "Possiamo salvarci solo accettando la sconfitta della NATO in Ucraina"

di Alessandro BianchiIncontriamo Emmanuel Todd nella sede romana di Fazi, l’editore che ha pubblicato la versione italiana del suo bestseller “La sconfitta dell’Occidente”. Storico,...

Come si è estinta la democrazia negli Stati Uniti. l'AntiDiplomatico intervista Chris Hedges

di Alessandro BianchiE' autore di War Is a Force That Gives Us Meaning (2002), best seller che è stato finalista dei National Book Critics Circle Award. Ha insegnato giornalismo alle università...

AGGIORNAMENTO - E' viva la donna che aveva esposta la bandiera russa a Odessa

  AGGIORNAMENTO 15 OTTOBRE 2024di Leonardo Sinigaglia Elena Chesakova è viva!La donna di Odessa che ha sventolato il tricolore russo sul piedistallo della statua a Caterina II qualche giorno...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa