di Alberto Negri*
Sulla Libia dopo le bombe piovono balle.
L’Italia non si oppose nel 2011 all’intervento della Francia e si è unita ai bombardamenti perché i nostri alleati minacciavano di colpire anche i terminali Eni come testimoniano l’ex ministro degli Esteri Frattini e l’ex capo di stato maggiore Camporini, come del resto dichiarato pubblicamente dal primo.
L’allora capo del governo Berlusconi rimise al presidente della repubblica Napolitano la decisione dell’intervento.
La Germania di rifiutò di intervenire, l’Italia lo fece per difendere i suoi interessi minacciati dall’eventuale caduta di Gheddafi.
Il 30 agosto 2010, sei mesi prima dei raid francesi, inglesi e americani, Gheddafi era stato ricevuto in pompa magna a Roma per firmare contratti miliardari: erano tutti contenti maggioranza e opposizione, tutti egualmente responsabili, perché l’alleanza con Gheddafi è stata sostenuta sia dai governi di destra che da quelli di centro-sinistra.
Amen
*Post Facebook del 3 agosto. Pubblicato su gentile concessione
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