Cubadebate
(Traduzione di Francesco Monterisi)
I documenti dell'omicidio dell'ex presidente USA John F. Kennedy pubblicati ieri rivelano dei memorandum sui tentativi di assassinare il leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro.
Diverse organizzazioni giornalistiche che da questo giovedì indagano sui 2891 documenti declassificati dalla National Archives hanno diffuso il coinvolgimento della Central Intelligence Agency (CIA) in trame per causare la morte del dirigente cubano.
"I piani coinvolgevano una serie di schemi strani e, in almeno un caso, comprendevano un certo contatto con elementi della criminalità organizzata. Tra i mezzi considerati c'erano il veleno, pillole di botulismo e l'uso di gruppi di esuli cubani", ha indicato un rapporto del 1975.
Secondo il testo, la CIA era coinvolta in piani per assassinare Fidel Castro, in date molto precoci, come nel 1959 o 1960, in cui hanno cominciato a prendere forma; allo stesso tempo che i preparativi per la fallita invasione mercenaria della Baia dei Porci, avvenuta nell'aprile 1961.
Un altro documento del 1975 sul coinvolgimento della CIA in schemi di assassinio di dirigenti stranieri, ha segnalato che il procuratore generale Robert Kennedy, fratello dell'ex presidente USA, era a conoscenza di un complotto per cercare un franco tiratore che sparasse contro Fidel Castro.
A detta del materiale, il procuratore generale informò il Federal Bureau of Investigation (FBI) che l'agenzia d'intelligence ingaggiò un intermediario per avvicinare il mafioso Sam Giancana con la proposta di pagare 150mila dollari al fine di trovare qualcuno per commettere l'omicidio.
Su questa linea, una nota dell'FBI, del 1964, descrive una riunione in Florida in cui si concordò sborsare 100mila dollari per l'assassinio di Fidel, 20mila per il suo fratello Raúl Castro e la stessa somma per quello del guerrigliero cubano-argentino Ernesto "Che" Guevara.
Uno dei materiali fa allusione ad un progetto della CIA di istituire un sistema di ricompense finanziarie, per i cubani: "uccidere o consegnare vivi i comunisti noti".
Coloro che avrebbero presentato una prova della morte "conclusiva" e una carta di appartenenza alla dirigenza rivoluzionaria o al partito della persona defunta, avrebbe ottenuto fino a 100mila dollari qualora si fosse trattato di un funzionario del governo e 57.500 in caso fossero stati dei "capi dei dipartimenti".
Due dei piani raccontati cercavano di sfruttare l'interesse del Comandante in capo della nazione caraibica per le immersioni.
In uno dei casi, già rivelato in documenti declassificati in altre occasioni, l'Agenzia ha cercato di utilizzare il rapporto stabilito tra il leader cubano e l'avvocato William Donovan affinché questi gli regalasse una tutta d'immersione contaminata con funghi che causano una malattia della pelle e con il bacillo della tubercolosi. Donovan, però, non seguì le indicazioni della CIA, ma si presentò con "una tuta d' immersione senza contaminante come un gesto di amicizia".
Altri tentativi citati in questi testi comprendono l'esplosione di un conchiglia di mare nelle aree in cui Fidel Castro s'immergeva o iniettargli veleno con una penna con un ago ipodermico.
Secondo i media cubani i Servizi della Sicurezza dello Stato dell' isola hanno registrato un totale di 638 tentativi di assassinio contro il leader rivoluzionario, che è morto il 25 novembre 2016 a 90 anni.
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