Gli appelli delle varie fazioni palestinesi alla protesta non sono rimasti inascoltati e, oggi, migliaia di persone dalla Cisgiordania alla Striscia di Gaza si sono radunati nelle strade per gridare "Gerusalemme è la capitale dello stato di Palestina".
In questa prima giornata di proteste, il regime israeliano non si è smentito con la sua azione repressiva. Il bilancio degli scontri di oggi è di almeno 100 manifestanti palestinesi feriti, alcuni in modo grave.
Le proteste si sono svolte a Jenin, Betlemme e Ramallah, dove ha sede l'Autorità palestinese presieduta da Mahmud Abbas. Inoltre, centinaia di palestinesi si sono concentrati sulla porta di Damasco che dà accesso alla città vecchia di Gerusalemme.
Nella Striscia di Gaza, decine di manifestanti si sono radunati vicino alla recinzione del confine con Israele e hanno lanciato pietre contro i soldati posizionati dall'altra parte. Due manifestanti sono stati feriti con munizioni vere, uno dei quali è in condizioni critiche.
È stato anche riferito che un bambino palestinese è stato colpito alla testa da un colpo delle forze di occupazione israeliane durante le proteste a Ramallah.
Le autorità del regime israeliano hanno deciso che un certo numero di battaglioni saranno inviati nell'area della Giudea e Samaria, insieme a unità di combattimento, di intelligence e di difesa territoriale.
Forze militari del regime israeliano sono state inviate anche nelle Cisgiordania per contenere le proteste della popolazione nativa.
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