La giornalista di teleSUR Abby Martin ha denunciato che l’ultima puntata del suo programma, che evidenzia la violenza militare israeliana contro i palestinesi, è stata censurata da YouTube in 28 paesi per una presunta violazione delle "leggi locali”.
Secondo l'account Twitter ufficiale di The Empire Files, YouTube ha inviato al programma un avviso che recita: "Abbiamo ricevuto un reclamo legale relativo al tuo video" e informa che il video sarebbe stato bloccato in 28 paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Israele e Italia.
L'episodio bloccato prevedeva un'intervista con il giornalista Max Blumenthal sull'aumento dell'atteggiamento militarista e razzista nei confronti dei palestinesi in Israele.
Just notified by YouTube that @AbbyMartin’s interview with @MaxBlumenthal has been blocked from being viewed in 28 countries (including Israel) to “comply with local laws.” Actions disabled & warnings for viewers elsewhere. https://t.co/Kr2rbfXabg pic.twitter.com/vKPxABjsZ7
— The Empire Files (@EmpireFiles) 5 aprile 2018
Max Blumenthal in seguito ha dichiarato a RT: "I miei commenti si basavano interamente sulla mia vasta esperienza giornalistica nella regione e la mia analisi era di natura clinica. In nessun caso ho denigrato qualcuno in base a fede o appartenenza etnica".
Blumenthal ritiene che l'Anti-Defamation League (ADL) sia dietro la censura: partecipa al sistema di segnalazione di YouTube e considera le azioni legate al boicottaggio, alle sanzioni e al disinvestimento (BDS) e all'opposizione all'occupazione israeliana come razzismo.
La cooperazione tra le forze sioniste e i social media per censurare i media pro-palestinesi è stata ben documentata. L'anno scorso, il giornalista Glenn Greenwald ha rivelato che il gigante dei social media Facebook stava lavorando attivamente con il governo israeliano per impegnarsi nella censura.
Tel Aviv crede che "l'incitamento online" sia responsabile della resistenza all'occupazione e cerca attivamente di sopprimere post apparentemente “istiganti”.
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