di Fabrizio Verde
Una riunione decisamente insolita. Anche se quando parliamo di Venezuela nulla sembra più rientrare nel razionale. Certi dirigenti politici hanno ormai mostrato di aver perso ogni cautela diplomatica, alcuni finanche raziocinio. Il governo di Caracas ha denunciato che il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steven Terner Mnuchin, ha convocato in quel di Bali dove era in corso di svolgimento una riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), i ministri delle finanze di 14 nazioni.
Il motivo di questa riunione che potremmo definire insolita? Ovviamente il Venezuela. Il paese che maggiormente sembra turbare determinati paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Gli stessi che poi fingono distrazione quando alleati di ferro come l’Arabia Saudita si macchiano di crimini atroci come il sempre più probabile assassinio del giornalista Jamal Khassoggi avvenuto nel consolato di Riad a Istanbul.
«Il Venezuela denuncia la realizzazione di un incontro insolito al quale hanno partecipato i ministri delle finanze del gruppo convocata e guidata dal Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, al fine di aumentare l'aggressività finanziaria contro il popolo venezuelano», ha lamentato attraverso Twitter Jorge Arreaza, ministro degli Esteri del Venezuela.
In relazione a questa riunione il governo venezuelano ha emesso un comunicato stampa dove si legge: «Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela denuncia e condanna la realizzazione di una insolita riunione tenuta a Bali a margine dell’incontro annuale del Fondo Monetario Internazionale, alla quale hanno preso parte i ministri delle finanze di Germania, Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Francia, Guyana, Italia, Giappone, Messico, Panama, Paraguay e Regno Unito, convocata e guidata dal Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, al fine di aumentare l'aggressività diplomatica e finanziaria contro il popolo venezuelano.
Venezuela denuncia la realización de una insólita reunión en la que participaron ministros de finanzas de un grupo de países convocados y dirigidos por el Secretario del Tesoro de los Estados Unidos, con el fin de aumentar la agresión financiera en contra del pueblo venezolano pic.twitter.com/sXqZnOSl6U
— Jorge Arreaza M (@jaarreaza) 13 ottobre 2018
Con questo tipo di aperta cospirazione internazionale, il governo degli Stati Uniti continua a mostrare la sua ossessione eccessiva e disumana contro il Venezuela, a prescindere dei danni che provoca per la maggior parte della popolazione venezuelana attraverso il criminale blocco finanziario, al quale mira ad aggiungere gli altri governi che sono vergognosamente subordinati».
Italia schiacciata sulle posizioni di Trump
Alla riunione, come abbiamo visto, ha preso parte anche il ministro dell’Economia e delle Finanze italiano Giovanni Tria. Partecipare a questo tipo di attività per l’esponente di un governo che si definisce del cambiamento costituisce un vero e proprio controsenso. Oppure un cambiamento sì, ma in peggio rispetto ai precedenti governi che pure sulla questione venezuelana non hanno mai brillato per autonomia di giudizio. Men che meno per coraggio.
Giovanni Tria, indicato come parte di quell’area ‘grigia’ del governo cosiddetto giallo-verde, che risponde direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, altro non ha fatto che schierare l’Italia contro un paese sovrano che tra mille difficoltà cerca di superare una difficile congiuntura economica, e vincere una guerra economica senza quartiere scatenata da quella che è, al momento, la prima potenza mondiale. Confermando che il governo di Roma è quantomeno schiacciato sulle posizioni guerrafondaie di Donald Trump. Il quale ha più volte, vale la pena ricordarlo, paventato un’invasione armata del Venezuela.
Posizioni che vanno a danneggiare senza ombra di dubbio quella nutrita comunità di italiani residenti in Venezuela che i vari governi italiani, solo a parole, dicono di voler difendere dagli assalti di una guerra economica sempre più spietata. Perché l’unico modo per far uscire il Venezuela dalla difficile situazione attuale, è permettere che il governo di Caracas possa agire senza dover far fronte a eventi destabilizzanti. Senza doversi trovare ad affrontare quotidianamente azioni volte unicamente a strangolare l’economia del paese. La riunione a cui ha partecipato il ministro Tria va esattamente nel senso opposto. Curioso è che poi il governo di cui fa parte, è lo stesso che denuncia manovre poco chiare di Bruxelles miranti a provocarne la caduta, in modo che a Roma possa insediarsi un altro governo maggiormente accondiscendente ai voleri europei. Si tratta della stessa dinamica che caratterizza le relazioni tra Washington e Caracas. Dove è chiaro che gli statunitensi vorrebbero la caduta di Maduro in modo da insidiare nel paese sudamericano un governo fantoccio da loro manovrato.
E’ iniziato il cambiamento in Italia? Per ora, per quel che riguarda la politica estera e il diritto di autodeterminazione dei popoli almeno in America Latina, non sembra avvertirsi nessuna differenza con il PD.
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