La prossima dipartita di Angela Merkel dallo scenario politico europeo e mondiale va salutata come si saluta l'arrivo della prima rondine dopo l'inverno: non sarà la primavera ma almeno l'inverno è finito.
La Kanzlerin tedesca, che ha dominato l'Europa in questi ultimi 18 anni, andrebbe ricordata per una azione politica folle e sconsiderata alla quale forse sarà difficile porre rimedio.
Ha trasgredito il Trattato di Roma che è alla base dell'UE: la solidarietà tra nazioni europee è stata sostituita dalla competitività che ha trasformato l'intero continente in una agone dove gli animal spirits delle varie nazioni si sono confrontati con una ferocia inaudita. Una eterna lotta per contendersi quote di mercato a scapito dei partners grazie ad una feroce svalutazione del costo del lavoro.
Ha trasformato l'EU in una zona priva di crescita autonoma totalmente dipendente dalla crescita dei paesi importatori extra UE, in primis gli USA.
Grazie ad un uso spregiudicato del trattato di Maastricht ha affogato la forza del marco nella miseria della peseta, dell'escudo, della dracma e della lira consentendogli di aumentare artificialmente le esportazioni tedesche fuori dalla UE senza che l'Euro si rivalutasse.
Ha appoggiato il golpe nazista ucraino al solo scopo vigliacco di far firmare un trattato di libero scambio tra UE e Ucraina che ha consentito alle merci tedesche di invadere il mercato ucraino trasformando un paese di quasi 50 milioni di abitanti nel più povero d'Europa.
Ha saccheggiato la Grecia senza tenere in minimo conto il principio di solidarietà che dovrebbe muovere la UE.
Ha sostenuto la folle guerra di Sarkozy contro la Libia per dare uno sbocco nel mediterraneo alla Françafrique.
Nonostante la ricchezza enorme accumulata dalla Germania non ha né risolto il problema del sottoutilizzo della Germania Est e soprattutto ha lasciato le classi subalterne tedesche in povertà.
Ha permesso agli industriali tedeschi di creare cartelli oligopolistici illegali al fine di demolire la concorrenza straniera (si pensi allo scandalo delle case automobilistiche tedesche scoppiato in USA).
Nonostante l'enorme ricchezza accumulata ha consentito alle banche nazionali di accumulare per avidità titoli di finanza strutturata che ora svalutati rischiano di far saltare il sistema finanziario tedesco.
Per tenere basso il costo del lavoro e mantenere la competitività ha importato milioni di immigrati indifferente alle naturali tensioni sociali che questo avrebbe comportato e in definitiva facendo rinascere forze xenofobe e razziste.
Ha isolato l'Eu dal resto del mondo per l'assurda idea di far diventare la Germania (per interposta EU) un player geopolitico mondiale.
A causa delle sue politiche folli, che storicamente portano alla guerra, ha fatto rompere gli indugi agli inglesi che giustamente hanno tagliato la corda da un'avventura che non può finire bene.
Ha trasformato l'UE in un enorme bollitore, di rivendicazioni, rabbia, livore di tutti contro tutti.
In definitiva il peggior politico della storia d'Europa post seconda guerra mondiale. Chiunque verrà dopo di lei, anche se mosso dalle migliori intenzioni, avrà di fronte a sé un lavoro impossibile: salvare l'Europa dai propri demoni.
Come ricorda il Prof. Paolo Desogus oggi il famoso articolo di Pier Paolo Pasolini "Cos'è questo golpe? Io so" compie 50 anni. "Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica...
Sulla vicenda della donna iraniana nuda nel campus, le cui immagini sono diventate virali, monta la strumentalizzazione politica.Al di là dei proclami “social”, cosa si sa realmente?...
L'ex comandante della NATO James Stavridis ha previsto che il conflitto in Ucraina si concluderà con la conquista da parte della Russia di circa un quinto del territorio del Paese. Stavridis, ammiraglio...
Pubblichiamo questa lettera aperta che la giornalista e saggista Patrizia Cecconi ha inviato ai dirigenti di Eurospin nella quale spiega perché è semplicemente immorale vendere merci...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa