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Il presidente sudanese Omar al-Bashir, che è stato al potere per tre decenni, è stato deposto dall'esercito dopo un movimento di protesta popolare. L'11 aprile il ministro della Difesa Awad Ahmed Benawf ha parlato alla televisione di stato: "Annuncio, come ministro della Difesa, la caduta del regime e la detenzione in un luogo sicuro del suo capo." Questo annuncio segue i numerosi eventi che il paese ha conosciuto per diversi mesi.
Omar al-Bashir, che ha preso il potere nel 1989 con un colpo di stato, ha visto la sua autorità in discussione dopo la decisione presa del governo di triplicare il prezzo del pane 19 dicembre 2018. E 'inoltre aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale il 22 febbraio. Nella sua dichiarazione, Awad Ahmed Benawf ha riferito che un "consiglio militare di transizione" succederà al presidente deposto per almeno due anni. Ha inoltre approvato la chiusura delle frontiere e dello spazio aereo sudanese fino a nuovo avviso, così come in tutto il paese il cessate il fuoco, compreso il Darfur.
Aspettative popolari
Riuniti nel centro della capitale Khartoum, davanti il quartier generale dell'esercito per sei giorni, e anche alla residenza ufficiale del presidente, una folla enorme di dimostranti ha sventolato bandiere sudanesi, convinti della partenza di Omar al-Bashir, cantando "il regime è caduto" in attesa di una" dichiarazione importante "da parte dell'esercito sulla televisione ufficiale. I media statali hanno anche interrotto i suoi programmi l'11 aprile all'alba per trasmettere canzoni militari e patriottiche.
"Bashir è fuori! Ci siamo riusciti", ha twittato Alaa Salah, la studentessa diventata un'icona del movimento. All'inizio della giornata, i manifestanti hanno fatto irruzione in un edificio del servizio di intelligence del Sudan (NISS) nella città di Kassala nel parte orientale del paese, vicino al confine con l'Eritrea. Uno di loro ha detto alla AFP, che gli assalitori hanno "saccheggiato tutto il materiale" a seguito del rifiuto di ufficiali di liberare i prigionieri detenuti lì. Secondo l'agenzia ufficiale Suna, il NISS avrebbe successivamente risolto.
AL-BASHIR IS OUT !! WE DID IT !!! #Sudan
— Alaa Salah (@iAlaaSalah) 11 aprile 2019
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