L'ex presidente del Brasile e leader latinoamericano, Luiz Inacio Lula da Silva, è stato rilasciato l'8 novembre dopo la dichiarazione di incostituzionalità della prigionia di una persona in secondo grado da parte della Corte Suprema Federale del Brasile (STF). Tuttavia, la sua libertà non è ancora definitiva.
Cosa succede adesso?
Il prossimo passo nella difesa dell'ex presidente brasiliano è quello di continuare con gli appelli, incluso un habeas corpus l’ex giudice di Lava Jato, l’attuale ministro della Giustizia Sergio Moro, per aver avuto un comportamento parziale e alieno allo stato di diritto durante il caso Lula. Questo ricorso è stato respinto il 26 giugno dalla Seconda Sezione della Corte Suprema del Brasile.
Se la Corte Suprema Federale accettasse l'habeas corpus contro Moro, il leader brasiliano verrebbe dichiarato innocente e recupererebbe i suoi diritti politici.
La denuncia contro Moro è nata dopo un'indagine pubblicata dal portale The Intercept, con messaggi scambiati tra l’ex giudice e i procuratori del caso Lava Jato al momento del processo attraverso la rete di messaggistica di Telegram.
I messaggi mostrano che Moro ha guidato le indagini dei pubblici ministeri della Procura, circostanza che è espressamente vietata dalla legge.
Inoltre, gli avvocati di Lula hanno indicato che la parzialità di Moro è stata dimostrata l'anno scorso, con la nomina dell'ex giudice a ministro nel governo del presidente Jair Bolsonaro, che era il principale contendente dell'opposizione nelle elezioni presidenziali, in cui la candidatura di Lula è stata bandita dal processo giudiziario.
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