Lituania: perché la persecuzione politica contro Algirdas Paleckis non indigna l'occidente?

01 Giugno 2021 22:50 Fabrizio Verde

Algirdas Paleckis. Sicuramente questo nome vi dirà poco o nulla. Le tv e i giornali mainstream non parlano del suo caso, i suoi continui arresti non fanno notizia. Il motivo è presto detto: siamo in Lituania e Paleckis non vanta simpatie naziste, anzi, al contrario è un sincero antifascista.

L’oppositore lituano si trova ad affrontare accuse di spionaggio a favore della Russia. Ma non è la prima volta che Algirdas Paleckis è oggetto di repressione da parte delle autorità lituane. In precedenza, fu processato per avere messo in dubbio la versione degli eventi del gennaio 1991 a Vilnius secondo cui i soldati sovietici avevano sparato sulla folla presso il centro televisivo.
Secondo Paleckis, la morte dei civili fu opera di provocatori tra i sostenitori dell'uscita della Lituania dall'URSS. Il tribunale di primo grado aveva prosciolto Paleckis, ma in sede di appello venne condannato a una multa.

Tali dichiarazioni nella ‘democratica’ Lituania non sono consentite, così come negare ‘l’aggressione sovietica’, è proibito dalla legge. Ma l’occidente non protesta, la Nato tace così come gli Stati Uniti.

Nessuna prova contro Paleckis

I pubblici ministeri lituani non hanno fornito prove rispetto alle accuse di spionaggio che pendono sul capo dell’oppositore Algirdas Paleckis, secondo quanto riferisce il quotidiano Respublika.

"L'accusa non ha presentato le informazioni (di intelligence), presumibilmente raccolte su di me, a nessuno. Apparentemente, crede che non valga la pena di fare cerimonie e un'accusa astratta è sufficiente", afferma lo stesso Paleckis.

Secondo il politico di opposizione, l'accusa finale è la seguente: si era impegnato nello spionaggio su ordine di una spia russa non identificata, aveva pianificato di raccogliere dati sui funzionari che avevano indagato sugli eventi del gennaio 1991, nonché sulla salute dell'ufficiale russo Yuri Mel imprigionato in un carcere lituano e ha ordinato a un'altra persona non identificata di raccogliere queste informazioni. Paleckis ha proposto ironicamente di emendare il codice penale con un articolo per punire “l’intenzione di impegnarsi in un'attività di spionaggio non identificata per ordine di una spia non identificata".

L’accusa lituana ha ammesso ufficialmente che il suo caso non contiene dati riservati, ma ha comunque chiesto che tutte le udienze si svolgano a porte chiuse.

"Forse il pubblico ha il diritto di sapere perché il loro connazionale è stato tenuto in prigione [dal 2018]?”, ha affermato l’esponente dell’opposizione. Durante l'udienza in tribunale, l'accusa ha chiesto nove anni di carcere per Paleckis.

Paleckis si è dichiarato innocente e non ha rifiutato di testimoniare. Era in arresto dall'ottobre 2018 ed è stato rilasciato il 6 aprile 2020. Attualmente è soggetto a un regime di supervisione intensiva: deve rimanere a casa tra le 21:00 e le 06:00 e non deve lasciare Vilnius. Deve anche indossare costantemente un braccialetto elettronico di monitoraggio.

Tra il 2004 e il 2007, Paleckis è stato deputato e, tra il 2007 e il 2008, vicesindaco di Vilnius. In un'intervista del 2010, ha messo in dubbio la versione ufficiale degli eventi del 1991, quando 14 persone morirono negli scontri durante il periodo di ambiguità politica. Ha detto nell'intervista, citando testimoni, che lo spargimento di sangue è stato provocato da radicali assetati di potere, aggiungendo che ci fu “fuoco amico“ durante l'assalto alla torre della televisione di Vilnius.

Questa osservazione è diventata il pretesto per aprire un procedimento penale per accuse di "negazione dell'aggressione e dell'occupazione sovietica”. Inizialmente, Paleckis è stato assolto, ma in seguito è stato multato di 3.000 euro. Nel 2014, il politico ha ricevuto il premio per i diritti umani "World without Nazism".

L'ambasciata russa a Vilnius ha osservato in precedenza che le autorità lituane, fingendosi difensori dei diritti umani a livello internazionale, violano quei diritti del proprio popolo, anche attraverso la persecuzione di Paleckis con un pretesto artificioso.

Un processo politico e il silenzio occidentale

Quello nei confronti di Paleckis possiede tutti i crismi del processo per motivazioni politiche. La vicenda dell’oppositore lituano dovrebbe interessare i liberali occidentali sempre così attenti ai diritti umani e le libertà nello spazio post-sovietico. Eppure il nome di Algirdas Paleckis non lo abbiamo ascoltato nemmeno per sbaglio nei nostri telegiornali. Nessuna prima pagina, ma nemmeno una minima attenzione mediatica per la sua vicenda. Il tuttologo liberale Saviano non ha scritto il solito sermone sui diritti umani calpestati da un paese autocratico.

Evidentemente il lituano Paleckis paga il non portare avanti nessuna ideologia fascista o nazista. Non è russofobo. Non lavora per destabilizzare la Russia. Tantomeno è utile alla causa occidentale/imperialista. Insomma, non possiede nessun requisito per assurgere a martire della democrazia come il nazista bielorusso Protasevich, o il nazionalista russo Navalny.

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