Non è certo una bella notizia, anzi.
Infatti, gli Stati Uniti potranno impugnare una sentenza del tribunale britannico che ha bloccato la richiesta di estradizione di Washington per il cofondatore di WikiLeak, Julian Assange.
Il governo degli Stati Uniti ha ricevuto un "permesso limitato" per contestare la decisione del Regno Unito di non inviare Assange negli Stati Uniti per essere processato, ha riferito WikiLeaks.
L'Alta Corte di Londra stabilì a gennaio che il giornalista imprigionato non dovrebbe essere estradato, facendo riferimento alla sua salute mentale e il suo benessere, non compatibile con il regime carcerario duro degli Usa.
BREAKING: The US has been granted limited permission to appeal January’s decision that Julian #Assange should not be extradited
— WikiLeaks (@wikileaks) July 7, 2021
"The new revelations concerning the DoJ's lead witness confirm what we all knew: that the case against Julian has been built on lies" | Stella Moris pic.twitter.com/ueGSEDxcyX
Assange ha già trascorso più di due anni dietro le sbarre nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato il giornalista australiano ai sensi dell'Espionage Act, accusandolo di aver trapelato informazioni classificate nel 2010.
All'epoca, WikiLeaks pubblicò documenti che descrivono in dettaglio gli abusi, inclusi possibili crimini di guerra, compiuti dall'esercito americano in Afghanistan e Iraq. Se dichiarato colpevole, Assange potrebbe essere condannato a 175 anni dietro le sbarre.
Ci sono state crescenti richieste per il rilascio di Assange in seguito alla decisione di bloccare la sua estradizione, con molti che sostengono che non ci sono più ragioni sufficienti per tenerlo in prigione.
Il caso statunitense contro il giornalista ha subito una grave battuta d'arresto il mese scorso, dopo che un testimone chiave ha ammesso a un'agenzia di stampa islandese di aver fabbricato accuse contro l'attivista australiano.
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