L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che condanna il nazismo, il neonazismo e tutte le forme di razzismo, proposta dalla Russia insieme ad altri 30 paesi.
Gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno nuovamente votato contro, mentre 49 paesi, principalmente alleati, o per meglio dire vassalli degli Stati Uniti, si sono astenuti.
La risoluzione sulla "Lotta all’esaltazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche" che contribuiscono al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza è stata adottata con 130 voti a favore, ha annunciato dopo la votazione la missione permanente russa presso le Nazioni Unite. Mosca ha presentato la mozione ogni anno, negli ultimi anni, e Washington e Kiev si sono sempre schierate contro.
La risoluzione esprime preoccupazione per qualsiasi forma di esaltazione del nazismo, tra cui l'erezione di monumenti e l'organizzazione di parate pubbliche in onore delle Waffen SS - unità di combattimento all'interno dell'esercito della Germania nazista - o la dichiarazione di questi come movimenti di liberazione nazionale, tra altre cose.
Mosca da tempo contesta all'Ucraina e i tre Stati baltici – Estonia, Lituania e Lettonia – la riabilitazione di individui e organizzazioni affiliate alla Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.
L'anno scorso, l'inviato di Washington presso le Nazioni Unite ha sostenuto che il divieto di esaltare il nazismo sarebbe in conflitto con la protezione della libertà di parola del Primo Emendamento nella Costituzione degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno inoltre accusato Mosca di utilizzare la risoluzione per promuovere "narrazioni disinformative” sul neonazismo negli Stati baltici e in Ucraina.
Insomma, per motivi strettamente di calcolo strategico e geopolitico gli Stati Uniti sono pronti a sostenere anche forze apertamente neonaziste. D’altronde questo avviene da anni in Ucraina, dove ricordiamo finanche esponenti del Partito Democratico italiano arringare folle con tanto di bandiere neonaziste.
Il mio intervento di ieri in piazza Maidan a Kiev http://t.co/Syl9fJAlOZ
— Gianni Pittella (@giannipittella) January 5, 2014
E qui veniamo alla clamorosa e vergognosa astensione italiana. La stessa Italia dove stampa mainstream e politica liberale (sia di destra che di sinistra) ci ammorba da mesi, o forse sarebbe meglio dire da anni, sul pericolo neofascista. Poi quando si tratta di adottare misure concrete e schierarsi apertamente contro ogni rigurgito di neonazismo, neofascismo o razzismo, l’Italia decide di astenersi perché il padrone di oltreoceano vota contro in quanto i neonazisti ucraini gli servono in funzione anti-russa.
Una vergogna assoluta. Come vergognoso è il silenzio di liberali e diritto-umanisti che troviamo sempre pronti a cavalcare strumentalmente ogni causa in difesa di presunti diritti calpestati. Ma beninteso, solo quando questi vanno nella direzione degli interessi di Washington. Altrimenti i medesimi diritti possono andare a farsi benedire: a dimostrarlo è il silenzio sulla detenzione di Julian Assange, o sui crimini commessi contro le popolazioni russofone del Donbass dai neonazisti al potere a Kiev.
Gli stessi che alcuni ‘difensori dei diritti umani’ italiani hanno in passato accolto a Roma con tutti gli onori del caso.
Quindi, ci vien da dire, come hanno taciuto adesso, tacciano anche in futuro quando torneranno a perorare la causa dei vari Navalny, Guaidò, Tikhanovskaya, Wong. E gli altri burattini dell’Impero in giro per il mondo, guarda caso sempre tendenti all’estrema destra.
Non c’è che dire, quello Draghi si conferma come il governo dei migliori. I migliori servi sciocchi dell’imperialismo statunitense.
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