Il presidente armeno Armen Sarkissian ha annunciato le sue dimissioni.
"Non è una decisione dettata dalle emozioni e ha una certa logica. Il presidente non ha strumenti per influenzare questioni importanti sia in politica interna che estera", secondo una dichiarazione pubblicata sul sito ufficiale della presidenza armena.
"In questo periodo difficile per il nostro paese, quando è necessaria l'unità nazionale, l'istituto della presidenza non deve essere un bersaglio per pettegolezzi e teorie di cospirazione che distraggono solo l'attenzione della società dai problemi principali".
Il paese, nelle sue parole, sta vivendo "in una strana realtà in cui il capo dello Stato non può influenzare le questioni legate alla guerra e alla pace", non può porre il veto a leggi che considera poco opportune per la nazione e per lo Stato.
Il presidente dell'Armenia è eletto dall'Assemblea Nazionale (parlamento) per un periodo di sette anni e, di conseguenza, l'Assemblea Nazionale accetta le sue dimissioni. Secondo la costituzione del paese, l'Assemblea Nazionale organizza l'elezione presidenziale anticipata non prima di 25 giorni e non oltre 35 giorni dopo la vacanza della carica presidenziale.
"In linea con la procedura stabilita dagli emendamenti costituzionali del 2015, l'Armenia è passata dalla forma di governo semi-presidenziale a quella parlamentare dal 9 aprile 2018, quando Armen Sarkissian ha assunto la carica", afferma il sito web presidenziale.
Il presidente è il capo dello Stato e ha il compito di "supervisionare l'osservazione della costituzione", nominare le elezioni regolari e anticipate dell'Assemblea Nazionale, accettare le dimissioni del governo. Su proposta del governo e del primo ministro, il presidente avvia i rimpasti di gabinetto, nomina e richiama gli ambasciatori, firma e denuncia gli accordi internazionali, affronta le questioni della cittadinanza e della grazia.
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