La Svizzera è solidale con l'Ucraina, mostra il suo sostegno e condanna l'operazione militare russa, ma questo non significa che lo status di neutralità del Paese non sia più valido, secondo le dichiarazioni del Ministero degli Esteri svizzero.
Secondo il Ministero degli Esteri, citato da Reuters, la neutralità della Svizzera è "costante" e non sarà alterata dalla conferenza internazionale che si riunirà nei pressi di Lucerna il 15-16 giugno per discutere un piano di pace per l'Ucraina. Su richiesta del presidente ucraino Vladimir Zelensky, a gennaio la Svizzera ha accettato di ospitare il forum. Berna ha invitato più di 160 delegazioni, tra queste nessun rappresentante russo.
Il ministero ha dichiarato in un comunicato che "essere neutrali non significa essere indifferenti" e ha confermato che "la Svizzera condanna fermamente l'aggressione della Russia contro l'Ucraina".
"Al di là della sfera militare, il diritto alla neutralità non preclude la solidarietà e il sostegno all'Ucraina e al suo popolo", sostiene Berna.
Il forum internazionale, piuttosto che mediare nel conflitto, cercherà di aumentare la pressione sulla Russia, ha affermato l'agenzia, citando esperti diplomatici occidentali.
"Si tratterà di rafforzare l'Ucraina piuttosto che di costruire ponti per una pace immediata", ha dichiarato Daniel Woker, ex ambasciatore svizzero in Australia, Singapore e Kuwait.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che Mosca non parteciperà alla conferenza svizzera o a qualsiasi altro evento che promuova la "formula di pace" di Zelensky.
Il massimo diplomatico russo ha affermato che "la Confederazione svizzera non è più uno Stato neutrale" per essere "all'avanguardia di coloro che sostengono e armano il regime di Kiev" e per aver adottato "la posizione più dura nei confronti della Russia, anche in termini di introduzione di nuove sanzioni".
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