Il Ministero del Commercio, dell'Industria e del Turismo della Colombia ha emesso venerdì un decreto in base al quale il Paese smetterà di vendere carbone a Israele, nel tentativo di fare pressione su Tel Aviv per fermare la guerra genocida in corso nella Striscia di Gaza, come riporta RT.
“Il presente decreto entrerà in vigore dopo cinque giorni di calendario [...] e rimarrà in vigore fino a quando gli ordini di misure provvisorie emessi dalla Corte internazionale di giustizia nel processo di attuazione della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza non saranno pienamente rispettati”, si legge nel documento.
In questo senso, il documento descrive l'attuazione delle misure come una decisione “urgente”, al fine di “prevenire e fermare gli atti di genocidio contro il popolo palestinese e con lo scopo di proteggere la morale pubblica e gli interessi essenziali” del Paese latinoamericano. Allo stesso modo, il presidente colombiano Gustavo Petro ha dichiarato attraverso il suo account X che la restrizione sarà applicata “fino a quando il genocidio non sarà fermato”.
La Colombia è il maggior fornitore di carbone a Israele, a cui ha venduto 450 milioni di dollari di combustibile fossile lo scorso anno.
A maggio, il governo colombiano ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele in segno di rifiuto per gli attacchi di Tel Aviv alla popolazione palestinese e ha sollecitato la Corte penale internazionale (Cpi) a emettere un mandato di arresto per Netanyahu.
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