La Corte internazionale di giustizia afferma che le politiche di insediamento e lo sfruttamento delle risorse naturali nei territori palestinesi da parte di Israele violano il diritto internazionale.
Il parere consultivo non vincolante sull'occupazione israeliana dei territori palestinesi giunge nonostante le richieste contrarie avanzate da Israele e da una manciata di altri paesi.
Il presidente della Corte internazionale di giustizia ha dichiarato che tutte le argomentazioni presentate da 52 Stati e organizzazioni internazionali durante le udienze erano valide.
Il presidente della Corte le ha indicate tutte, tra le quali lo sfollamento, lo sfruttamento e le politiche dei coloni. Ha ribadito che tutte queste politiche violano le leggi internazionali, tra queste la Convenzione di Ginevra e la Carta delle Nazioni Unite.
Ha anche affermato che le argomentazioni addotte da Israele per giustificare l'occupazione - ovvero che l'occupazione è necessaria per scopi militari e di sicurezza - non sono assolutamente valide, definendola una “occupazione permanente”, che in pratica è la stessa cosa dell'annessione.
Il giudice ha spiegato che Israele ha creato una situazione indefinita e irreversibile per il popolo palestinese.
Si tratterà di un parere consultivo importante da parte della più alta corte delle Nazioni Unite, che non è vincolante ma avrà comunque delle implicazioni. Solleva interrogativi sulla legalità dell'occupazione e anche sulle sue conseguenze per tutti gli Stati coinvolti e per le Nazioni Unite. Si tratta in sostanza di una questione che riguarda tutti i Paesi che hanno rapporti con Israele.
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