Il governo venezuelano ha condannato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla presidente della Corte Suprema di Giustizia (TSJ), Caryslia Rodríguez, e a 15 rappresentanti di varie autorità pubbliche, definendole un “nuovo crimine di aggressione”.
In un comunicato, il Ministero degli Esteri venezuelano ha affermato che l'inclusione di questi 16 funzionari statali nella lista dell'Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro dimostra un “totale disprezzo per il diritto internazionale, l'autodeterminazione dei popoli e la volontà democratica dei venezuelani”.
Per Caracas, l'imposizione di sanzioni dopo che il presidente Nicolás Maduro è stato rieletto alle ultime elezioni presidenziali e l'ex candidato dell'opposizione Edmundo González si è rifiutato di riconoscere i risultati, “sono un atto grossolano che cerca di ingraziarsi una classe politica che ha fatto ricorso a pratiche fasciste e violente per rovesciare, senza successo, la democrazia bolivariana”.
Il governo venezuelano ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta alle recenti misure coercitive unilaterali imposte dagli Stati Uniti contro funzionari dello Stato venezuelano. In una dichiarazione categorica, il Venezuela descrive queste azioni come un “nuovo crimine di aggressione” e le respinge “nei termini più forti”.
Il comunicato del Ministero degli Esteri venezuelano denuncia queste misure, erroneamente chiamate “sanzioni”, come “illegittime e illegali”. Sottolinea che questa azione dimostra “ancora una volta il loro totale disprezzo per il diritto internazionale, l'autodeterminazione dei popoli e la volontà democratica dei venezuelani”.
Il documento sottolinea che queste misure “infrangono e violano gli accordi firmati in Qatar” e le descrive come un tentativo di “imporre a un intero Paese e alle sue istituzioni politiche [un] 'cambio di regime' come parte della Dottrina Monroe”.
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