“Nelle ultime settimane, Israele ha intensificato drammaticamente i suoi attacchi aerei e le incursioni di terra, il che ha peggiorato la catastrofe umanitaria che ha colpito i civili”, Ivo Freijsen, rappresentante dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) in Libano, ha così commentato l’attuale situazione del Libano sotto attacco incessante di Israele negli ultimi mesi.
"Le ultime settimane sono state le più letali e devastanti per il Libano e la sua popolazione da decenni”, ha aggiunto il funzionario ONU, ricordando che due mesi dopo l'escalation delle ostilità in Libano, più di 3.500 persone sono state uccise, 15.000 ferite e circa 1,3 milioni sono state colpite direttamente e sfollate dalle loro case.
Inoltre, ha riferito che almeno 600.000 persone hanno scelto di attraversare il confine siriano ma, dal momento che la situazione economica in Siria è “disastrosa”, ogni giorno, circa 50 cittadini libanesi a ritornare nel loro Paese.
A tal proposito ha spiegato che “tornano perché non riescono ad arrivare a fine mese qui perché non ricevono abbastanza sostegno e pensano che potrebbero stare meglio anche in Libano. Sono numeri molto, molto piccoli. Ma per noi anche i numeri piccoli sono segnali preoccupanti”.
Secondo il funzionario dell'Unhcr, quello che serve è un cessate il fuoco urgente per fermare la spirale di violenza, per queste ragioni ha avvertito: “Esortiamo la comunità internazionale a sostenere il Libano e a fornire urgentemente i fondi necessari per aiutare tutte le persone colpite, compresi coloro che sono fuggiti in Siria e altrove.”
Secondo i dati aggiornati venerdì dal Ministero della sanità pubblica libanese, un totale di 3.645 persone ha perso la vita, tra cui 230 bambini e 700 donne, a causa degli attacchi israeliani. Il numero delle persone uccise è aumentato in maniera vertiginosa dal 23 settembre, quando sono iniziati i bombardamenti israeliani, seguiti da un'invasione di terra nel sud del Paese.
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