Una mossa quasi a sorpresa, ma che non deve creare illusioni.
Il neo presidente degli USA, Joe Biden, annunciando la revisione della posizione globale di Washington sulle proprie forze per allinearla alle nuove priorità di politica estera e in materia di sicurezza nazionale continuerà ad aiutare il regno saudita a difendere la sua sovranità e integrità territoriale, ma non sosterrà più le sue offensive in Yemen: "La guerra ha creato una catastrofe umanitaria e strategica", ha detto Biden ai diplomatici nella sua prima visita al Dipartimento di Stato come presidente. "Questa guerra deve finire."
Tale guerra, lo ricordiamo, è partita durante l'amministrazione Obama, a marzo 2015, ha provocato oltre 100.000 morti e danni materiali incalcolabili alle infrastrutture civili dello Yemen.
L'ennesimo disastro umanitario dove c'è una chiara impronta degli Stati Uniti.
Il conflitto che ha visto in campo la coalizione guidata dai sauditi con l'appoggio dell'occidente ha affrontato in un confronto militare impari la resistenza yemenita guidata dai guerriglieri houthi che, tra le loro fila, hanno avuto un sostegno dei consiglieri militari iraniani.
Si ritiene che Qasem Soleimani, generale iraniano, comandante delle Forze al Quds, ucciso dagli USA il 3 gennaio 2020 su ordine di Trump, abbia guidato a suo tempo la resistenza yemenita.
Con missili sempre più precisi, i loro droni, i guerriglieri houthi hanno portato il conflitto all'interno dell'Arabia Saudita con diversi attacchi, rendendo quindi insostenibile, di fatto, alla monarchia degli al Saud il proseguimento della guerra.
Dunque, la mossa di Biden salva il sanguinario principe saudita Bin Salman da una sonora sconfitta. Non a caso l'erede della dinastia saudita ha accettato senza batter ciglio la decisione del neo inquilino della Casa bianca.
L'appoggio in chiave anti iraniana all'Arabia Saudita da parte di Washington resterà, promette Biden, così come la presenza militare delle truppe di Washington con il pretesto solito ci combattere al Qaeda e ISIS.
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